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Mi avvicino ad un mondo "privilegiato", quello della tastiera che imprime e lascia una seppure futile traccia di me attraverso un pc con pensieri-concetti-sensazioni-emozioni. Nel mio caso c'è da chiedersi se è il tempo che ci cambia o....ma a quanto pare il tempo è "fermo" o almeno è sempre lo stesso, siamo noi che passiamo davanti a questa meravigliosa e sconcertante realtà, siamo noi che camminiamo attraverso il tempo, percorrendo un viaggio avventuroso e ancora siamo noi che decidiamo se cogliere i frutti che ci offre con generosità e ricambiare con gratitudine!
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I commenti sono ovviamente graditi. Per leggerli cliccate sul titolo dell'articolo(post) di vostro interesse. Per scrivere(postare,pubblicare) un commento relativo all'articolo cliccate sulla voce commenti in calce al medesimo. Per un messaggio generico o un saluto al volo firmate il libro degli ospiti (guest book) dove sarete benvenuti.

martedì 29 dicembre 2009

La vita è un sogno

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" La vita è un sogno" diceva Calderon de la Barca e Shakespeare fa dire a Prospero nella Tempesta:
"Noi siamo della stessa sostanza
di cui sono fatti i sogni e la nostra breve vita
è circondata dal sonno".

(La tempesta,iv,19)

Gli anni trascinano ancora tante domande irrisolte; timidamente comincio a intravedere qualche barlume di luce, qualche frammento di risposta, forse si tratta di piccoli e preziosi frutti; appartengono ad un dono di consapevolezza e di dialogo interiore maturato attraverso prove importanti della vita, ci sono esperienze di gioia inaspettate ed edificanti, ma anche di dolore quasi sempre imprevedibili e difficili da gestire, come avviene per la stragrande maggioranza degli esseri umani. Concludo con le parole tratte dal libro "L' immortalità", di Milan Kundera :

"Quel che nella vita è insostenibile non è "essere" ma "essere il proprio io."
......e ancora....
"Vivere: nel vivere non c' è alcuna felicità.
Vivere: portare il proprio io dolente per il mondo.
Ma essere, essere è felicità.
Essere: trasformarsi in una fontana, in una vasca di pietra, nella quale l' universo cade come una tiepida pioggia."

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....esattamente un anno fa, giorno più giorno meno...con queste parole concludevo il mio primo timidissimo, goffo e impacciato post, quello che ufficialmente apriva le porte di questo blog, sospeso nel tempo, un po' come lo è ancora oggi!
Decidere di aprire un blog non aveva per me un senso, dire quel SI a me stessa e ancor di più a chi m'invogliava con entusiasmo e grande fiducia per intraprendere quest'avventura (Mister G ne sa qualcosa), appariva come una cosa impossibile da realizzarsi! La mia risposta è stata per molto tempo una valanga di testardi e cocciuti NO, anche perchè ogni si è per me una lotta, richiede un guardare dentro me stessa per pescare miliardi di frammenti di cuore e anima, che richiedono il collante giusto per saldare ogni pezzo e, finalmente offrire il mio SI, ma che faticaccia...
Quel collante altro non è che la capacità e la volontà di credere ancora una volta che "La vita è un sogno" e oggi sono felice di aver sfiorato questa consapevolezza, penso che non può esistere il sogno di soli NO; fino ad un anno fa era impensabile lasciarmi andare e farmi prendere dolcemente la mano dalla fantasia per volare in questo mondo sconosciuto, abituata da sempre alla fredda razionalità, ad agire in modo responsabile e maturo in un mondo reale, severo e talvolta ingiusto, dove sognare e fantasticare era ed è spesso, tempo perso.
Da bambina scrivevo chiusa nella mia camera, in paginette di quaderno a righe o a quadretti, ci buttavo dentro le mie emozioni di rabbia-gioia-tristezza-malinconia che poi strappavo per non rivelare a nessuno o lasciare alcuna traccia di quel vissuto, giustamente privato! Ho sempre odiato i diari, mai avuto uno in vita mia, li ho sempre ritenuti una trappola e un'arma che poteva finire in mani improprie.
Aprirmi cautamente senza sapere chi trovavo al di là della tastiera, senza ascoltare le insicurezze e le paure di ricevere silenzi e vuoti o giudizi devastanti, è stata una buona scuola interiore, un confronto e una condivisione con molti di voi, faccio tesoro dei grandi assenti e dei loro immensi silenzi perchè mi hanno rivelato tante cose e fatto capire tante altre...mi scuso se spesso ho parlato di me e solo di me...come ora, perchè lentamente assecondo il tempo e lascio cadere e crollare, certi miei vecchi preconcetti nei miei confronti.
Da quando mi sono resa conto che quella percezione di me stessa stava diventando una corazza rigida, ingombrante e insana, imbastita e cucita soprattutto dai vari condizionamenti esterni a me, ho smesso di "difendermi" dicendo di non aver nulla e niente da dire più di quanto non c'è già in circolazione attraverso i vari siti , blog o nella realtà stessa.., semplicemente sono più felice e un po' più libera, perchè ora so che non ho mai smesso di ... sognare la vita!

domenica 27 dicembre 2009

Un regalo per me....

Stamattina pensando a Babbo Natale, mi ha colto con sorpresa un attacco di nostalgia...no, alt, non sono impazzita, ricordate il blog delle letterine creato appositamente per la ricorrenza? Ecco, sono passata a dare una sbirciatina in punta di piedi, non volevo disturbare il caro Babbo, dopo tutto il lavoro che ha dovuto sbrigare, poteva aver deciso di chiudere i battenti per concedersi un meritato riposo...e cosa trovo? Un regalo per me...non vi nascondo che quel gesto mi ha emozionata, ho ri-pensato ai nostri bambini, ai vostri figli, ai miei nipotini, ai miei pazientini...alla gioia che li ha presi per mano accompagnando con la magia e lo stupore l'arrivo del Natale, con il suo carico di doni e amore, perchè la maggior parte dei nostri piccoli è davvero molto fortunata e molti adulti ancora non si rendono conto di quanti privilegi godono!
Per un prezioso attimo ho provato lo stesso loro stupore, con impazienza ho aperto la letterina scritta per me da Babbo Natale in persona, la dedica diceva : "Regalo per Miriam", un tuffo al cuore mentre dentro di me sentivo un qualcosa che si divertiva a fare salti di gioia facendo nascere in me un sorriso dimenticato e perso tra le emozioni, in questo nostro Tempo strano e confusionario, dove anche i doni , quelli veri incartati a dovere, con mille lustrini e bollini, talvolta vengono recapitati senza neanche una piccola parola che ti dice che sono un gesto di affetto concreto che scalda il cuore.
Ma allora se Il Natale è quello di questi tempi, è un gioco che non mi piace più, ma proprio per niente, preferisco sognare come propone Babbo Natale con la poesia "I bambini piangono" di B. Brecht che dice : "C'è un altro gioco da inventare:far sorridere il mondo, non farlo piangere".
Caro Babbo Natale, spero per il prossimo anno 2010 di diventare più sintetica e riuscire a dire alle persone che amo, le parole che riesco a scrivere solo in questo spazio, ma temo non sarà facile, questo è il mio rifugio, un luogo privilegiato dove mi sento sicura perche è il mio Spazio, il mio blog, dove posso far ri-vivere le emozioni che per tanti motivi tengo chiuse nel baule delle cose personali e private. Voglio stringere tra le mani la tua letterina, è il regalo più bello che potessi ricevere per questo Natale 2009, se non ti dispiace vorrei farne dono ai miei amici blogger che con tanto affetto hanno allietato e illuminato le mie giornate con parole-pensieri-abbracci, con loro vorrei condividere questo ATTIMO indimenticabile e raggiungere chi è lontano e sento ancora irraggiungibile!
Un caro abbraccio e chissà.... "arrivederci al prossimo anno", caro Babbo Natale!!!
Ed ecco....
"Regalo per Miriam"
Dolcissima Miriam, ecco qui per te tutto ciò che può servirti per aiutare chi ti sta vicino. Sorriso, raggio di sole, sorgenti, lacrime, coraggio, vita, speranza, bontà e tanto amore.
*
Scopri l'amore
Prendi un sorriso, regalalo a chi non l'ha mai avuto.
Prendi un raggio di sole,
fallo volare là dove regna la notte.
Prendi una lacrima,
posala sul volto di chi non ha mai pianto.
Prendi il coraggio,
mettilo nell'animo di chi non sa lottare.
Scopri la vita,
raccontala a chi non sa capirla.
Prendi la speranza,
e vivi nella sua luce.
Prendi la bontà,
e donala a chi non sa donare.
Scopri l'amore,
e fallo conoscere al mondo.
(M. Gandhi)

Ti auguro un felice Natale
BABBONATALE
*

sabato 26 dicembre 2009

Buon Natale!

“ Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli”(Gesù).

sabato 19 dicembre 2009

Caro Babbo Natale...

Caro Babbo Natale, in un blog amico, ho visto con mio grande stupore, che nonostante la tua antica tradizione, quella di ricevere letterine scritte su fogli di carta con la penna biro, tu stesso ti sei adeguato ai tempi moderni aprendo un blog dove ricevi montagne di posta, scritte non più con quel caro e indimenticabile amico inchiostro, ma grazie ad una tastiera dall'aspetto apparentemente freddo e austero. Nel tuo blog accogli pensieri ma anche i sogni e desideri di grandi e piccini, neanche a dirlo ma la curiosità non ha risparmiato neanche me, sono entrata piano piano, in punta di piedi e ho finito per lasciare una piccola traccia, che a dire il vero suona più come una richiesta, meno male che avevo pensato di non distrurbarti e andar via velocemente!
Chissà quanto lavoro hai ancora da sbrigare e il 25 si avvicina, sempre di più... i bambini sono già in fermento e l'attesa li rende impazienti, noi grandi facciamo un bel tuffo nei ricordi e riviviamo la magia del Natale...prendiamo parte alla gioia dei piccoli mentre scalpita per l'emozione il bambino che vive dentro di noi, anche se qualche pagina della nostra vita aspetta ancora di essere scritta e colorata!
Mentre ti scrivo da questo mio spazio, t'immagino caro Babbo Natale davanti ad un bel camminetto scoppiettante e allegro mentre ad un certo punto la stanchezza prende il sopravvento e finisci per scivolare lentamente in un placido sonnellino la tua casa la immagino calda e accogliente con luci soffuse, popolata da dolci fatine che preparano squisiti dolcetti, mentre gli allegri e burloni elfi con grande generosità, ti danno una mano per concludere e mandare avanti il tuo compito, affinchè nessuno resti deluso. Ci sono anche tanti animaletti gattini e cagnolini che ti fanno compagnia e aspettano da te carezze e coccole, in fondo anche per loro sei un caro e affettuoso Babbo che li ama, protegge e sorride quando fanno innocue marachelle!
Caro Babbo Natale, io sono qui, sai dove trovarmi, dunque se il 25 ti avanza un po' di tempo e pensi di passare dalle mie parti ti prego, non scandalizzarti, non so come spiegarti...insomma non ho ancora trovato l'entusiasmo giusto per preparare il classico albero di Natale e addobbare la casa con fili luccicanti e quant'altro! Se continuo così rischi di trovre la mia casa un po' spoglia, mica come le casette delle mie amiche creative, vedessi che fantasia e iniziativa...nastrini e decorazioni dappertutto, palline all'uncinetto e alberelli rosa, fiori di stoffa e perline multicolori! Io percepisco il Natale come una valanga che mi piomba addosso, sono un po' insofferente nei riguardi di questa festività, non so... mi mette sempre una strana e antipatica malinconia e un po' m'intristisce, ma so che all'ultimo momento, come ogni anno, dò un'energica virata e recupero! Di sicuro troverai un bel vassoio con tanti buoni e fragranti dolcetti preparati in casa, spero ti piacciano!
A chi si sta chiedendo dove poter trovare Babbo Natale....il suo indirizzo è:

mercoledì 16 dicembre 2009

Il paese delle pagine ferme

Perdonatemi se propongo un post così lungo, vi propongo la lettura di un bellissimo racconto tratto dal libro: "Il bambino nascosto" , si tratta di un libro di "Favole per capire la psicologia nostra e dei nostri figli", l'Autrice è Alba Marcoli, psicologa clinica di formazione analitica, ha avuto una lunga esperienza sia nel campo dell'insegnamento che nella psicoterapia. Si occupa da anni di disagio minorile e di problemi di famiglia.
Se avrete il tempo di soffermarvi nella (paziente) lettura di questo post, mi piacerebbe attivare con voi una riflessione a tutto campo, penso che il testo sia un valido ponte tra noi e il nostro "Io".
Favola n. 15

Il paese delle pagine ferme

“D'altri diluvi una colomba ascolto.”
G. Ungaretti, Una colomba

C'era una volta, tanto e tanto tempo fa, così tanto che con il calendario degli uomini non si può proprio misurare, un piccolo paese che stava sospeso a mezz'aria, fra la terra e il cielo, come di solito fanno le nuvole quando viaggiano intorno alla terra.

Solo che questo paese, al contrario delle nuvole, era sempre fermo e guardava indifferente la terra che invece gli girava sotto nel suo instancabile viaggio del giorno e della notte intorno a se stessa e del susseguirsi delle stagioni intorno al sole.

Era proprio un paese del tutto particolare, che dal punto di vista del tempo con i ritmi della terra aveva ben poco da spartire.

C'erano un re e una regina, un principino e una principessina, tutti molto contenti di governare, dei sudditi molto contenti di essere governati e così via. Il castello reale stava sospeso un po' più in alto del paese, con una scalinata d'aria che portava dalla piazza principale fino al suo ingresso e con una splendida balaustra riccamente cesellata, fatta anch'essa di aria pregiata non inquinata.

E davanti all'ingresso c'erano sempre quattro guardie in alta uniforme che accoglievano i visitatori.

Il luogo più frequentato di tutto il regno non era però il castello del re, ma la piazza principale dove sorgeva uno strano edificio sospeso anch'esso a mezz'aria come tutte le costruzioni di quel luogo.

Era la biblioteca del paese, anch'essa un po' strana perché non aveva niente a che fare con quelle degli altri paesi di questo mondo, cioè non racchiudeva i libri che erano stati scritti, ma quelli delle vite che si scrivevano in quel momento, in qualsiasi parte di quel mondo che girava di sotto.

C'erano tantissime sale, una per i libri appena iniziati, una per quelli che erano a metà, una per quelli che stavano per finire e così via, tutti regolarmente arrivati dalla Terra con carichi postali che in quel paese funzionavano per davvero.

Ma fra tutte le sale sterminate che si susseguivano in quella biblioteca, la più strana era quella dove stavano i libri che a un certo punto avevano smesso di scorrere e si erano fermati su una pagina che non riuscivano mai a girare.

Era la sala d'attesa per voltare pagina nella vita e i libri che riuscivano a farlo passavano da lì a un'altra sala, quella dove si chiudevano i capitoli, dopodichè erano pronti per essere completati, come tutti i libri che si rispettino, da che mondo è mondo.

Ma da un po' di tempo a questa parte, nell'epoca di cui si parla, succedeva una cosa strana in quella biblioteca ed era che la sala dei libri che attendevano di voltare pagina diventava sempre più piena e affollata e dall'ufficio postale del paese interi carri anche loro fatti d'aria non facevano altro che scaricare i volumi fermi su una pagina che arrivavano dalla Terra.

Il Gran Consiglio dei Vecchi andò dal re di quel paese a discutere del problema.

«Non ce la facciamo più ad andare avanti così, sire» disse un vecchio «e non sappiamo come fare per quelli che arriveranno col prossimo carico postale.»

«Non si possono portare i libri più vecchi nella sala dei capitoli che si chiudono in modo da fare altro spazio?» chiese allora il re che era una persona pratica e di buon senso.

«Ci abbiamo provato, sire, ma non è servito a nulla. I libri vanno avanti, è vero, e i capitoli si chiudono, ma le pagine che vengono voltate restano tutte bianche, non ci troviamo scritto niente, oppure vengono scritte delle cose quotidiane poco importanti e così banali che non hanno niente a che fare con il libro della vita.»

«Ohibò» fece il re grattandosi la zucca, il che era sempre segno di pensieri molto elevati. «Eppure la vita che gli uomini vivono è quella quotidiana, del giorno dopo giorno, non quella delle pagine prima o di quelle dopo. Com'è possibile che se ne dimentichino e la rendano così banale e poco importante?»

«Io ci ho pensato a lungo» rispose allora un altro vecchio «ma non ho trovato la spiegazione giusta. So solo che nei libri che ho letto con cura ho osservato spesso una cosa che si ripete.»

«Che cosa?» chiesero allora gli altri incuriositi.

«Mi sembra» continuò il vecchio «che sia soprattutto in due casi che le pagine dei libri della vita facciano fatica a voltarsi.

Un caso, più raro, è quello in cui su quella pagina è stato scritto qualcosa che piace così tanto oppure che il ricordo fa diventare così bello che poi non si ha il coraggio di voltar pagina per paura di non trovare più scritte cose simili.

Questo però mi sembra meno frequente come caso.

Credo che invece capiti più spesso, quello in cui non si volta pagina perché non piace per niente quello che c'è su quel foglio, come se ci fossero o un vuoto da riempire oppure delle cose già scritte che si vogliono cambiare. Mi pare che sia questo il caso più difficile.»

«Ma quando gli uomini si fermano su una pagina, ne conoscono il motivo?» chiese allora il re che, come spesso succede a quelli abituati a governare, faceva un po' fatica a rinunciare al proprio pensiero per ascoltare quello degli altri.

«Io non credo che lo sappiano, sire, almeno nei pensieri abituali che hanno ogni giorno, però questo non cambia la cosa.»

«Secondo voi» disse allora una vecchia che fino ad allora era sempre stata zitta «perché certi libri riescono a voltar pagina e altri no?»

«Forse perché è più difficile voltar pagina lasciando un vuoto da riempire o delle cose scritte che non piacciono. Soltanto che gli uomini di solito non se ne accorgono perché non dedicano del tempo a rileggere i loro libri. E inoltre, per potersene accorgere, bisognerebbe leggerli con occhi nuovi, non con quelli che uno è abituato a usare da sempre.»

Fu allora che la vecchia ebbe un'idea geniale.

«Proviamo a prendere un qualsiasi libro fermo su una pagina» disse allora «e scendiamo sulla Terra per vedere che cosa succede alla persona che lo sta scrivendo, così forse riusciremo a scoprire come fare.»

Un gruppo di vecchi lanciò allora una monetina per aria, prese un libro a caso, lo aprì e scese sulla Terra per cercare la persona che lo stava scrivendo in quel momento.

E poiché i vecchi erano abituati a vivere sospesi ed erano anche loro fatti d'aria pura e trasparente, quando arrivarono sulla Terra non ci fu nessuna difficoltà e nessun uomo li notò.

Si sparpagliarono e cercarono con cura e a lungo finché un giorno, finalmente, dopo tanta ricerca, incontrarono la persona che stava scrivendo quel libro. Era un ragazzo di poco più di vent'anni che doveva girare una pagina importante nella vita.

«Chissà come è contento,» pensarono allora i vecchi «beato lui che ha vent'anni e tutta una vita davanti!» Ma quando lo guardarono in viso e ascoltarono i suoi pensieri, stupiti e commossi, si resero conto che non era proprio così.

«Chi sono io?» continuava a pensare il ragazzo fra di sé. «Chi me lo sa dire? Sono il bravo ragazzo che ha detto sempre di sì ed è stato per tutta la vita buono e obbediente per sentirsi amato dagli altri? Oppure sono il bambino arrabbiato e triste che non aveva nessuno con cui giocare? O quello che quando la mamma era addolorata, si sentiva impotente a scacciare il suo dispiacere nonostante tutti i suoi sforzi? O il bambino che provava una grande ansia ogni volta che sentiva litigare, così grande che gli sembrava che riempisse tutto il suo piccolo corpo e il suo mondo? O sono il ragazzo ormai grande che non sopporta il minimo contrasto con le persone che contano per lui, senza il cui amore gli sembra di non poter vivere? Oppure sono la voglia che mi sento dentro di rompere io stesso i legami e abbandonare tutti per non essere abbandonato?»

E mentre questi pensieri gli si accavallavano nella mente il suo cuore era come preso dentro una tempesta di emozioni e di venti che soffiavano da direzioni diverse, ed erano così forti che lui doveva congelarli per non farsene travolgere, cosicché il suo viso restava sorridente e impassibile, tranne che per gli occhi che erano tristi e seri.

I vecchi del paese a mezz'aria si guardarono stupiti.

«Finalmente capiamo perché non si riesce a girar pagina!» disse infine uno di loro.

« È quando ci sono ancora troppe cose da vivere in quella precedente. Ha proprio ragione lui, è difficile girar pagina con tutte queste tempeste emotive dentro. Bisogna che si calmino un po', prima.»

E fu così che i vecchi tornarono al loro paese per pensare, ascoltare e ricordare bene le loro stesse tempeste emotive di quando erano giovani, perché avevano tutti provato molta simpatia nei confronti del dolore e della rabbia, della fragilità e della gelosia, della dolcezza e del rancore, della tenerezza e della pena che c'erano nel cuore del ragazzo, anche se da fuori non si vedevano per niente perché erano molto ben nascosti.

E fu pure così che alla fine decisero che la cosa migliore che potessero fare era che uno di loro, quello che era stato più intenerito e meglio capiva il ragazzo in tempesta perché le stesse cose erano successe anche a lui da giovane, scendesse sul mondo per accompagnarlo senza essere visto nel cammino di rileggere con occhi nuovi, ogni notte in sogno, il libro della sua vita fino ad allora, per riuscire finalmente a girar pagina.

E così, notte dopo notte, il vecchio accompagnò il ragazzo nei suoi sogni con l'attenzione, il rispetto e l'amore che gli erano necessari e lui poté cominciare a rileggere con occhi nuovi e con meno paura il proprio libro, che fino ad allora aveva accuratamente evitato per non incontrare di nuovo il dolore di certe pagine.

E i sogni gli insegnarono ad ascoltare le sue emozioni, a riconoscerle e a dar loro un nome, invece di inseguirle sempre negli altri per paura di restarne senza.

E quando il ragazzo le ebbe finalmente riconosciute non si sentì più solo come prima, quando gli sembrava di avere un gran vuoto dentro.

E a poco a poco anche lui imparò a prendersi cura del bambino tenero, dolce, impaurito, spaventato e arrabbiato col mondo che si portava dentro da tanto tempo senza riuscire ad aiutarlo, esattamente come il vecchio si prendeva cura di lui, anche nei momenti in cui rileggevano insieme le pagine più dolorose della sua storia.

E così, giorno dopo giorno, notte dopo notte, stagione dopo stagione, anno dopo anno, anche il ragazzo delle tempeste riuscì a rileggere il proprio libro fino a quel momento, e la cosa fu così naturale che si accorse di aver voltato finalmente pagina solo un giorno, per caso, quando ormai ci aveva già scritto tante cose nuove senza saperlo.

E allora il vecchio del paese a mezz'aria poté finalmente tornare a casa.

Sapeva d'essere stato tanto vicino al ragazzo per tutto quel tempo che ormai era sicuro che gli avrebbe fatto compagnia nel cuore per tutta la vita, soprattutto nei momenti difficili.

E così, quando il Gran Consiglio del Regno di Mezz'Aria si riunì, fu deciso che questo poteva essere un buon modo per aiutare i libri fermi ad andare avanti e i vecchi e le vecchie del paese si sparsero per il mondo ad accompagnare nei loro sogni gli scrittori immobili su una pagina, per aiutarli a rileggere con occhi nuovi le loro storie e andare avanti.

E per ogni libro che riusciva a proseguire c'era una persona in più che in questo mondo aveva sperimentato, come il ragazzo della nostra storia, l'attenzione, l'amore e il rispetto per le ferite del cuore di un bambino, da poterli a sua volta avere con quelli che incontrava sulla sua strada.

E si sa che le cose sperimentate diventano come l'erba di primavera, dopo un filo ne nasce un altro e un altro ancora e tanti fili messi insieme fanno i mari d'erba che ondeggiano nel vento.

Però bisogna che ognuno si prenda cura dei fili che incontra sulla sua strada, perché le ferite del cuore di un bambino non restino dentro a fargli male anche da grande, e perché anche lui possa a sua volta aver cura dei fili d'erba che incontrerà nella sua vita.

martedì 8 dicembre 2009

Natale...

Per allontanare una delle mie personali e discutibili allergie, quella che mi procura il tempo del Natale, ho pensato che forse è meglio prendere questo Tempo con dolcezza....quale consiglio migliore se non quello di presentarvi la ricetta che il Sito Giallo Zafferano m'invia gentilmente!
Ho scoperto questo preziosissimo Sito nel tentativo d'invogliare mia madre ad accettare più di buon grado il mondo virtuale, lei infatti è all'antica, ha un quadernone con la copertina nera (chi di voi li ha conosciuti? Erano i quaderni delle nostre mamme), oggi quelle pagine sono quasi tutte ingiallite e vissute, negli anni ha trascritto ogni sorta di ricetta, soprattutto dolci e torte farcite di crema, panna, cioccolato....e meno male che è diabetica...
Sono affezzionatissima a quel quaderno-librone, diciamo che è cresciuto con me, quanti ricordi e dolcetti per i vari compleanni e festività... sembra che ogni pagina conserva ancora l'inconfondibile profumo di vaniglia e cannella, c'è anche qualche antica e indelebile traccia della preparazione di quei dolci così buoni, quelli che non si dimenticano facilmente...
Mentre scivo nel blog, mia madre è già all'opera, con bilancina, zucchero, burro....vaniglia e quant'altro!
Intanto saluto la cara Laura Tedeschi che, guarda caso, vive a Vienna e probabilmente conosce molto bene questi splendidi biscottini a "ferro di cavallo"(magari portano anche fortuna...), lei ha un blog nouvelles couleurs, davvero....artistico e stimolante!!! è un'Artista del colore nel vero senso della parola, la sua tecnica è molto interessante, vale la pena visitare il suo mondo virtuale, l'indirizzo è : http://lauratedeschiarte.blogspot.com/

Kipferl alla vaniglia

I kipfer alla vaniglia sono dei buonissimi biscottini alla vaniglia, tipici della tradizione gastronomica Austriaca e soprattutto della città di Vienna.
E’ qui, infatti, che questi dolcissimi biscottini vengono preparati durante il periodo dell’avvento, in attesa del Natale.

Chi visita Vienna in questo magico periodo, non può esimersi dall’assaggiare questi dolci piccoli ferri di cavallo, che sono disponibili in più varianti e gusti per soddisfare il goloso più incontentabile.
Ingredienti

* Burro
150 g
* Farina
250 g
* Mandorle
100 g
* Uova
* Vanillina
bustina
* Zucchero
100 g
* Zucchero
a velo 70 g

■ Preparazione

La prima cosa da fare è sicuramente scottare le mandorle in acqua bollente e, dopo aver tolto loro la buccia, che verrà via agevolmente grazie all'acqua calda, tritarle finemente. Prendete una ciotola abbastanza capiente e versateci la farina, aggiungete le mandorle tritate (1), lo zucchero (2) e unite poi tutti gli altri ingredienti (3).

Impastate, quindi, la farina con lo zucchero, il burro, l’uovo, la vanillina, amalgamando bene il tutto (4). Quando l'impasto sarà sufficientemente compatto (5), schiacciatelo dandogli la forma di un panetto, avvolgetelo nella pellicola trasparente (6) e lasciatelo riposare in frigo per almeno 2 ore.
Trascorse le due ore, preparate i vostri kipferl prendendo un po’ d’impasto e creando dei piccoli ferri di cavallo dello spessore di 1-2 centimetri (7) e disponeteli su una placca da forno rivestita con l'apposita carta (8). Mettete il tutto in forno preriscaldato a 170° per almeno 15 minuti. I kipferl saranno pronti quando avranno assunto un bel colore dorato: a quel punto, toglieteli dal forno e spolverateli con dello zucchero a velo (9).

■ Consiglio

Con questi buonissimi biscottini, non posso non consigliare un accostamento strategico con della dolce cioccolata calda, visto che, fin dall’antichità, questi due ingredienti sono sempre stati considerati un accoppiata vincente del gusto.

■ Curiosità

Ovviamente, il posto migliore per gustare questi fantastici biscottini è sicuramente Vienna dove, nelle tipiche pasticcerie o, ancora meglio nelle caffetterie, potrete gustare, soprattutto nel periodo natalizio, degli ottimi kipferl preparati da mani esperte ed accompagnati da una cioccolata calda o un buon tè.
(Ricetta cucinata e fotografata da Sonia Peronaci)
*
Ringrazio Giallo Zafferano e faccio i complimenti a tutta la redazione per l'ottimo lavoro e per le innumerevoli iniziative che vengono svolte con professionalità ed entusiasmo all'interno del Sito!

mercoledì 2 dicembre 2009

La luna piena


"Ciao!" dice la bambina ridacchiando divertita "ma che fai papà su quello sgabello?" Terribilmente incuriosita non staccava gli occhi dalla quella insolita e curiosa scena, ma lui era così concentrato nella sua impresa che non rispose subito alla bambina, senza rendersi conto aveva iniziato a canticchiare quel suo motivetto allegro e bizzarro che gli rimbalzava nella testa da qualche minuto, era lo stesso che aveva accompagnato la sua gioventù, durante quell'indimenticabile esperienza lavorativa , erano stati gli anni più belli e struggenti, dove le emozioni legate a quel tempo si fondono ora nel ricordo delle ballate della verde e incantevole Irlanda, musiche che si perdono e si ritrovano tra frammenti e mulinelli di ricordi, tra violini e arpeggi di chitarre...La voce si scalda sempre di più e finisce per coprire la vocina insistente della sua bambina "Allora, papà ti decidi a dirmi che cosa stai combinando?! Mi tieni in ansia, sono troppo curiosa..."
Finalnmente l'uomo, al suono di quella vocina si scuote come scosso da un fremito, come se di colpo fosse stato svegliato, tirato fuori e catapultato oltre il suo sogno...Raccomandò alla bambina di non distrarlo troppo, tra breve sarebbe arrivato l'imbrunire e il suo lavoro richiedeva ancora un po' di tempo, prima che la notte ricoprisse tutto col suo manto buio e gli impedisse di ultimare il suo progetto, doveva dipingere qualcosa di nuovo e di originale, rassicurò la bambina che quello era un regalo per lei.
Rimase a contemplarlo per tutto il tempo, sapeva che suo padre aveva molta fantasia e che il risultato sarebbe stato notevole, anche se le parole talvolta facevano fatica ad arrivare alla bocca perchè si commuoveva lui stesso nel provare simili sensazioni, non riusciva ad esprimere quello che sentiva nascere prepotentemente dentro il suo petto, era abituato a tenere dentro di sè quelle emozioni che gli procuravano una forte scossa, un terremoto lontano che non era mai riuscito a domare e governare, era come se il suo cuore non sopportasse e non fosse in grado di contenere quell' energia che invece tentava con prepotenza, ogni volta, di manifestarsi!
La bambina sapeva che il suo papà aveva ragione, sapeva che poteva fidarsi di lui, doveva avere solo un po' di pazienza e aspettare, anche se la sua curiosità aumentava sempre di più e non le dava tregua...
Imbarazzato per essersi lasciato coinvolgere dal suo sogno fino ad estraniarsi così tanto dalla realtà, diede un'occhiata veloce ma affettuosa e rassicurante alla sua piccolina, le lanciò un sorriso per farsi perdonare, ma neanche allora trovò per lei la risposta più semplice e adatta...si accorse che era ancora dentro il suo sogno, riprese a dipingere il suo sogno...quello che avrebbe regalato alla sua bambina, quello che da troppo tempo lei stessa stava aspettando da lui, mentre cercava le parole in quel motivetto che canticchiava per nascondere l'imbarazzo!Finalmente scende dallo sgabello e dice alla bambina "Ecco , ora è tutto pronto, ora sali tu sullo sgabello al posto mio e guarda attentamente!" Intanto le nuvole cominciarono a dissipare il loro candore, lasciando il posto a sfumature più scure per permettere che la notte avanzasse con la sua tavolozza di blu! Il padre soddisfatto guarda il suo lavoro e lentamente si allontana.... sa di aver fatto la cosa più giusta per la sua bambina!
Mentre lei sale sullo sgabello, un gattino la segue simpaticamente camminando sul muretto di pietra e miagolando, d'un tratto si ferma a curiosare aspettando da lei una carezza, il cielo diventa sempre più blu e misterioso, le stelline cominciano ad accendere le loro magiche lucine, inizia così la gran festa, è la notte della luna piena, è una sera davvero speciale, ma il papà sa che c'è un trucco...e lo rivela alla bimba perchè ora, finalmente ha trovato le parole e il coraggio per pronunciarle!
Spiega alla bambina che ha deciso di dipingere nel cielo, una copia della luna piena, perchè quando lei era molto più piccola si rattristò moltissimo e pianse perchè una notte, camminando per strada affianco al suo papà, non vide più la luna e pensò si fosse persa irrimediabilmente tra le nuvole, le ricordò che strinse forte forte la sua piccola mano per tranquillizzarla perchè si accorse che provò paura nel camminare al buio, temendo di non trovare più la strada per fare ritorno, ma quando finalmente la rivide sbucare dalle nuvole, chiese al padre, mossa da candido stupore, se fosse la stessa luna che avevano lasciato precedentemente!
Da quel giorno il padre capì che doveva fare qualcosa per la sua bambina perchè non provasse più la paura per il buio, decise così di dipingere una luna identica a quella vera affinchè lei non perdesse la Speranza ma si ricordasse che la luce c'è sempre, anche nei momenti più difficili soprattutto quando tutto sembra irraggiungibile, perchè vedere la luce significa anche non perdere mai la capacità e il desiderio di sognare e cercare la felicità, la propria strada!

mercoledì 25 novembre 2009

Il giusto peso...

Ebbene sì, bisogna essere sempre pronti a dare il giusto peso agli avvenimenti che ci capitano, anche perchè arrivano senza nessun preavviso e mai che chiedano il permesso se possono o no invadere il territorio altrui e spiazzarci il più delle volte nel modo del tutto anarchico e privo di "regole". Le loro regole non coincidono mai con le nostre e ci piombano sul collo sempre in compagnia, gli avvenimenti sleali non amano arrivare soli soletti, minimo arrivano in coppia, amano creare un po' di sconquasso, subdoli arrivano in silenzio e quando te li ritrovi davanti al naso ormai è troppo tardi per correre ai ripari...
Senza farla troppo lunga...sono bloccata in casa da lunedì con l'influenza e la ciliegina sulla torta? Questo fine settimana il mio pc è saltato in aria, no, per fortuna non è esploso ma si è bloccato l'intero sistema e non sono più riuscita a riaccenderlo. Sigh! Panico totale, non dava segni di vita, era già in coma....mentre mi chiedevo se sarebbe stato irreversibile o meno!
Per fortuna ho l'asso nella manica, è il mio caro amico Mister G, senza di lui il mio povero pc oggi sarebbe defunto e invece, grazie al suo intervento di salvataggio, sono rientrata in possesso della mia valigetta elettronica, ossia la mia adorata macchina del tempo e dei sogni...
Purtroppo tutto ha un prezzo o meglio un peso...purtroppo il danno era ormai troppo vasto, il virus o i virus (non i miei quelli influenzali!) si sono mangiati tutto quello che con pazienza e passione avevo iniziato a conservare, ma che purtroppo non ho pensato di salvare in modo sicuro.
Quindi addio a : indirizzi personali, immagini e cartelle e sotto-cartelle, fotografie, musiche, siti da consultare con calma, raccontini...e già devo dire addio anche a Serafino e mi dispiace molto non poterlo più incontrare...chi era?
Era un bambino inventato nella mia fantasia (e riportato in un raccontino/favola), che per esorcizzare la paura dei fantasmi ne combina di tutti i colori fino ad arrivare alla conclusione più saggia che gli farà capire chi sono quegli strani personaggi, il tutto si muoveva in un ambiente magico e da favola, tra folletti e fatine mentre un principe ranocchio, vittima di un sortilegio si trova a dirigere le creature e gli animaletti del bosco fino a quando s'imbatte nel bambino per condurlo alla risoluzione del suo ingrippo.
Per il resto pazienza...devo dire che mi compiacio almeno un po' con me stessa per come ho appreso e gestito emotivamente la situazione, dandole il peso che si merita senza tragedie; ora devo ricominciare tutto daccapo e proprio per non perdere l'entusiasmo sono ancora qui a intossicarvi, ce l'avete la mascherina? Che confusione con tutti questi virus!
Ma prima di concludere vorrei salutare Rose, una cara e affettuosa lettrice degli Stati Uniti, una vera artista, lei è una scultrice con la lettera maiuscola, vi segnalo il suo blog perchè merita una visita approfondita! V'invito a farle una visita per ammirare le sue creazioni magiche , vedrete con i vostri occhi che meraviglia!
Il suo indirizzo è: http://bbflockling.blogspot.com/
E intanto sorrido mentre mi sono lasciata coccolare piacevolmente dal suo giudizio nei miei confronti perchè è a dir poco sublime...mi definisce "Uno scrittore che con passione dipinge con le parole".
Niente paura il virus dell'influenza non ha minato i miei neuroni superstiti, le ho fatto sapere immediatamente che NON sono una scrittrice, anzi...
Tuttavia confesso (spudoratamente e senza alcuna censura), che l'idea che posso dipingere con le parole la trovo un'espressione incomparabile, grazie mille Rose ma la vera artista sei tu!
Un caro abbraccio a tutti voi, che bello poter tenere in vita quest'angolo privilegiato. e ritrovarvi tutti...in fondo è anche e soprattutto merito vostro se sono ancora qui!
*
Poco fa ho avuto il permesso da Rose per pubblicare e presentarvi in anteprima una delle sue dolcissime creature, non è splendido questo baby Saskii?
*

***

mercoledì 18 novembre 2009

Ninna nanna

Dedico questo post a Francesco un bellissimo bambino, figlio di una mia carissima amica con cui condivido una cara, preziosa e collaudata amicizia, grazie al caro piccolino, da una settimana sono diventata "zia" aquisita, avrei voluto scrivere qualcosa di mio ma colgo l'occasione per pubblicare una poesia che mi ha inviato una lettrice del blog che si firma Lilly.
M'invita a leggere il suo scritto attraverso queste parole:
"voglio con questa poesia, regalarti un pò del mio essere madre e un essenza della gioia infinita di quegli anni spensierati in cui, i miei figli, piccoli giocavano con la loro amica del cuore: la loro mamma".

NINNA NANNA NINNA O, FIGLI MIEI…

Desidererei rivivere
I baci e i sorrisi sempre
Quegli abbracci che vi hanno fatto crescere
Così grandi e leali...
Desideri scavati nel passato,
nelle mie emozioni
perse attraverso gli anni,
e inseguite a lungo per mezzo dei ricordi.
Dolci ricordi di mani aperte
di carezze tra i capelli,
note e melodie intonate dalle
vostre voci bianche.
E di giochi fantasiosi
Che come una bimba assetata di felicità
inventavo per voi…
Bramo scandire il tempo
Con i battiti dei vostri cuori
Anche quando i baci e i sorrisi
saranno per un’altra persona che non sarò io
e che per voi
Profumerà di viole e di lillà
di giovinezza che a me m’ha abbandonata.
Ho visto spuntare della cenere nei miei capelli
Ciocche di saggezza e di malinconia
Di voglia di tenerezza.
Vi ritrovo.
Ho visto tanti cieli pieni di bolle d’acqua
che soffiavo insieme alle vostre labbra.
Non dimentico
Il nostro spazio d'amore.
Vedete? So dove trovarvi ogni volta che lo desidero;
nella fonte che ha racchiuso
Le lacrime e le gioie,
nei recinti dalle balsamiche memorie...
Ninna nanna ninna o, Figli miei.
Desidererei soltanto
attingere dalle vostre allegrie, e di riflesso
brillare attraverso le vostre risa
e sentirmi serena
e appagata per la vostra vita.
Ninna nanna Ninna o, Figli miei...
Fiori rari del mio giardino,
specchio della mia anima.

(By Lilly)
*
Un caro abbraccio a TUTTE le mamme perchè sappiano trovare per i loro figli una ninna nanna sempre nuova e che sappia raccontare quanto è grande l'amore nei loro confronti, senza mai dimenticare che non c'è una età per smettere di giocare insieme a loro, condividerne le vittorie e le sconfitte, le lotte e i traguardi, sempre fino in fondo e non dimenticare mai che l'amore vince sempre!

sabato 31 ottobre 2009

Piccoli Cammini

Stamattina mi è giunto un commento personale da una Cara Amica e collega,(M.A.) , proprio mentre Ottobre si appresta a salutarci col suo bagaglio pesante ci lascia e si congeda!
La mail riportava un brano che devi poi inviare ad altrettante persone SPECIALI come te, destinatarie del messaggio in questione...esprimere un desiderio e così via... Lei sa che non proseguo queste "catene" per pricipio, i desideri....sono tanti, uno non basterebbe...mi piace estrapolare il contenuto, tiro fuori tutta l'essenza, questo sì, a prescindere poi dal fatto intrinseco, non intendo ora affrofondire il discorso "santità" di Teresa, una donna di altri Tempi che probabilmente ha vissuto su se stessa le parole del suo canto di preghiera, io che oggi non so più pregare o quasi...amo pensare però che c'è un modo per rialzarsi e continuare a fare ancora tanti nuovi Piccoli Cammini, ricercare un senso nelle varie fasi della vita, ritrovare una Speranza nuova, rinnovata e più matura, cosciente e consapevole nonostante le tante fragilità personali.
Ogni volta mi rapporto a certe batoste come un bambino che ad ogni spavento scommette con se stesso che è giusto ritentare, non rimanere a guardare passivamente, lottare e gridare se necessario, ma non arrendersi, non farsi schiacciare dal dolore ma ascoltare il suo linguaggio muto e sordo, cupo e triste, decodificarne il suo linguaggio e il suo messaggio con coraggio e forza, senza falsità e vigliaccheria!
La mail diceva : Si conosce Santa Teresa come la Santa dei Piccoli Cammini,
nel senso che lei credeva che le piccole cose della vita bisogna farle bene e con molto amore.
E' anche la patrona dei fiori e dei fioristi.
Si rappresenta Santa Teresa con le rose.
E ancora:
" Che oggi dimori la pace in te.
Che tu sappia e abbia fiducia del fatto che sei esattamente nel luogo in cui devi stare.
Che tu possa non dimenticare le possibilità infinite che sorgono attraverso la fede in te stessa e negli altri.
Che tu possa utilizzare i doni che hai ricevuto, e possa passare ad altri l'Amore che hai ricevuto.
Che tu possa essere felice della persona che sei, così come sei, in questo esatto momento.
Permetti che questa consapevolezza penetri fino alle tue ossa, e permetti alla tua anima la libertà di cantare, ballare, pregare e amare. Tutto questo sta qui per ognuna e tutti noi."
Se solo avessimo Fede riusciremo a vedere gli alberi crescere nel mare, ma guardo quel mare e mi appare come un'enorme distesa di sabbia desertica, dove fa fatica a crescere anche un piccolo ciuffo d'erba!

sabato 24 ottobre 2009

A presto!

Solo qualche riga per dire a tutti che siete con me sempre molto cari, abbraccio e ringrazio uno per uno ognuno di voi, tutto questo per dirvi che sarò assente dal mio e dai vostri blog per un pò di tempo....e già...il tempo anche stavolta ricorre inevitabilmente, senza che io posso far niente per contrastarlo, testardo com'è va come vuole e non si ferma un istante!
Mia madre mercoledì sera è caduta in casa senza che io potessi attutire o frenare la sua brutissima caduta...purtroppo si è fratturata un braccio, l'indomani è stata operata d'urgenza.
Le sue ossa sono fortemente debilitate dall'osteoporosi e ogni caduta ha determinato una frattura!
Povera mamma...quanta sofferenza ogni volta...sono passati solo due anni dalla frattura al femore sinistro, cominciavamo a respirare e invece questo nuovo e bruttissimo trauma ci scombussola e mi fa sentire quanta fragilità emotiva c'è ancora dentro di me!
Il mio poco tempo da oggi fino alla sua dimissione, dovrò dedicarlo a lei quasi completamente, per fortuna sembra che l'intervento è andato a buon fine, anche se la paura rimane...come si fa a non sentirla?
Purtroppo gli ospedali non dispongono a sufficienza di figure professionali per supportare il lavoro degli infermieri che sono sempre di meno...La prossima settimana dedicherò le mie ferie residue a lei, nella speranza che anche le forze residue non mi abbondonino...
A presto, cari amici del blog, mi farà compagnia pensarvi !!!

Come avrete capito riesco, nonostante tutto...a ritagliare piccolissimi spazi di tempo per attingere dalle vostre parole gocce li linfa vitale per alimentare in me la forza-coraggio-sorrisio-energia-luce per portare avanti questo "mio" tempo difficile....
Se potete e se avete voglia, scrivetemi tutto quello che vi salta in mente e nel cuore, è per me un grande sostegno...non abbiate paura di che cosa o come, talvolta le parole fanno nascere fiori nel deserto!!!! Non potevo incontrare fiori più preziosi di voi!
Vi abbraccio e vi sento tutti vicini a me....tutti , tutti!
(Lunedì "26 Ottobre '09)


venerdì 16 ottobre 2009

Sorseggiando un tè ai petali di rosa!

In realtà non ho mai assaggiato un tè ai petali di rosa, però m'incuriosisce sapere che gusto può avere, provare quel sapore nuovo e sconosciuto. Tempo fa assaggiai però una marmellata dall'aspetto gelatinoso e dal gusto alquanto anomalo, non fosse altro che per quel profumo persistente che mi ricordava insistentemente l'acqua di rose, quello che da ragazzina usavo come tonico per il viso, la bottiglietta era blu dalla forma vagamente antica, col tappo bombato bianco, ormai fuori tempo!
Il titolo mi è venuto in mente mentre sfogliavo il mio blog, distrattamente ho riletto vecchi post , abitudine che solitamente non amo particolarmente ma che di tanto in tanto mi chiama a rivedermi/rivalutarmi tra le tante parole digiatate e impresse in questo sfondo rosa che raccoglie e fa da contitore ai tanti miei toni scuri e fragili, difficili da esternare nella vita di tutti i giorni, parole belle e brutte buttate d'istinto e per esorcizzare emozioni e stati d'animo, sviscerare pensieri dove specchiarmi e riconoscermi nel tentativo di ritrovarmi lentamente, senza fretta, come quando si gusta e sorseggia una buona, calda e fumante tazza di tè, piano piano e perchè no, magari ai petali di rosa dal colore rosso fuoco, anche se nella relatà adoro quello discreto e delicato alla vaniglia o al gelsomino.
Scorre e va anche questo Tempo, non si ferma anche se il ritmo autunnale quasi letargico rallenta i pensieri e io mi lascio cullare e trasportare volentieri, guardo l'immagine del post, un telefono appeso al muro come quello che c'era nella casa che ho abitato da bambina e qui davvero forse il Tempo si ferma e torna indietro, piccolissimi passi e frammenti di memoria ricercano di tanto in tanto il filo che mi lega al presente, ma sì, quel profumo di rose non è il tè che stasera sorseggio ma l'acqua di colonia che usava mia madre di cui pensavo di aver perso la memoria ma non la percezione che inconsapevolmente custodisco tra le minuscole pieghe dei ricordi di bambina, importanti connessioni che si legano al filo che mi tiene saldamente unita al mio presente, anche se...non sono più una bambina!

sabato 10 ottobre 2009

Mono-colore, bianco-nero o a colori?

Come sono le nostre emozioni? Naturalmente si tende a rispondere frettolosamente "dipende", sono infatti un miliardo le varianti e i fattori che scatenano alcune piuttosto di altre, imposssibile catalogarle, comprimerle e riodinarle dentro un contenitore seppure vasto e ampio per definirle e dare a ognuna la propria voce, nel tentativo di far capire a chi ci ascolta, di cosa stiamo parlando.
Penso che sono tutte abbastanza anarchiche, caotiche, indomabili fin dal primo istante della loro nascita, talvolta è difficile intuire il percorso che silenziosamente e in sordina decidono d'intraprendere, lentamente tracciano la loro strada e proseguono tra le pieghe del nostro inconscio, tutte o quasi sono figlie del nostro passato e della nostra vita primordiale, le emozioni si annidano dentro di noi come piccoli germogli e crescono fino alla loro manifestazione totale!
Alcune le conosciamo bene perchè ricorrono spesso nella nostra quotidianità, poi ci sono quelle che non conosciamo fino a che non arriva anche per loro il Tempo per rivelarsi.
Quante volte abbiamo pensato e detto totalmente sicuri di noi stessi di sapere chi siamo e come siamo, alludendo anche al ruolo delle emozioni nella nostra vita e affermando(con presunzione e pressapochismo) di conoscerle bene, poi ci si è resi conto che non è assolutamente così e che invece non si finisce mai di sorprenderci del contrario!
Ci sono emozioni che lasciano un ricordo piacevole e che per incanto rendono i nostri giorni straordinariamente ricchi e unici perchè danno consistenza, valore, senso, gusto, colore, e spessore alla nostra esistenza ma ci sono le altre emozioni che ci trovano impreparati, indifesi, disarmati, impotenti perchè sconosciute fino ad un attimo prima, ci spaventano perchè nuove, ribelli, contarie alle nostre consuetudini di carattere e al nostro percepirci dentro canoni prestabiliti e preconfezionati da noi stessi e dall'ambiente, finemente custodite nel nostro Io.
Ci sono poi situazioni dove tutto scorre e scivola sulla nostra vita senza neanche sfiorarci, è come se tra il nostro interno fisico e psichico mettiamo un velo che diventa un muro impenetrabile, all'esterno ci sono le emozioni, ci sono proprio tutte, le nuove e le vecchie che si agitano e tentano di trovare uno spiarglio per scuotere quella barriera, tentano e ritentano, sbattono contro i nostri preconcetti e durezza di cuore, sono tutte lì e non si rassegnano, sono come tante nuvole di farfalle multicolori, ma noi decidiamo che non siamo in grado di percepirne il fruscio e la magia che come in un sogno bellissimo chiedono solo di parlarci per rivelarci i segreti nascosti e preziosi, ma neanche le orecchie vogliono sentire e gli occhi diventano finestre dalle maniglie arruginite e sigillate, da dove non entra un filo di luce e di calore.
Questo fine settimana sarà bello ascoltare il canto di queste farfalle...sarò impegnata nel corso di Danza Movimento Terapia, sono sicura che qualcosa di nuovo verrà percepito...vero cara Pallina, nuova amica-sorellina? Tanto lo so che sei curiosa e leggerai questo post!!!
A tutti gli altri amici che mi seguono, mi piacerebbe sapere cosa ne pensate a proposito di Emozioni, come sono le vostre...sono monocolore, bianco-nero o a colori?
Buon fine settimana e buon relax a tutti!


sabato 3 ottobre 2009

Ragnatele cerebrali o autunnali?

Quando trovo immagini di un certo tipo, come questa per esempio, mi sembra un gran peccato rovinarle con le parole. Da qualche giorno medito l'idea di scrivere qualcosa ma ogni volta che apro il blog evito di entrare nella pagina per scrivere un post, ho preferito fare la girovaga tra i vostri blog, come una nomade senza fissa dimora, mi sono nutrita dei vostri colori, pensieri, fotografie, profumi, emozioni, ricordi, malinconie...
Forse è l'Autunno che crea questa sensazione un po' in tutti, in effetti è una tappa di transizione e di passaggio, sicuramente più meditativa e introspettiva rispetto alle altre che sono ben definite e chiare.
Spesso però anche nella nostra mente si crea una stasi, un letargo, si crea una fitta maglia di ragnatele che lentamente si depositano tra i pensieri e condizionano, rallentano le azioni e le capacità decisionali, frenano l'entusiasmo.
Quest'immagine dai colori vagamente autunnali, caldi e per certi versi paradossalmente rassicuranti, mi suggerisce il titolo per questo nuovo ma anomalo post. Si, sono dentro questa ragnatela cerebrale, sono ferma (perdonatemi) alle notizie viste, sentite e buttate dentro i vari Tg da ieri, uno scenario catastrofico che ancora scorre davanti agli occhi di tutti noi, ancora una volta impotenti spettatori, passivi attori nei confronti della tragica alluvione che si è abbattuta sulla città di Messina dove un'orribile colata di fango non ha avuto nessuna pietà per nessuno, trascinando via ogni cosa, persino la vita di molte persone!
Ancora una volta la Terra si ribella e si rivolta contro il genere umano che di umano ha sempre meno, che non ha voluto ascoltare il suo grido disperato affinchè la mano disonesta non violasse fino a lacerare in modo irreversibile l'equilibrio dell'intero eco-sistema, costruendo in modo selvaggio dovunque e ricoprendo i fiumi di cemento, stravolgendo ogni paesaggio e determinando quest'ennesimo scempio di immani dimensioni.
Non ho mai avuto l'occasione e il privilegio di visitare e conoscere la Sicilia, Terra di grandi culture e storia, ho conosciuto personalmente colleghi siciliani e conservo di ognuno di loro un carissimo ricordo, tra voi amici che mi scrivete e seguite, so che molti di voi portate nel cuore l'amore per questa bella e martoriata Isola !
Altre parole sono superfle, o almeno lo sono le mie...posso solo raggiungere col pensiero chi soffre sulla propria pelle questa spaventosa tragedia e mi auguro davvero che chi ha sbagliato risponda delle sue azioni!!! Spero solo che sia fatta giustizia su un disastro annunciato!
A voi tutti, miei cari amici lettori che portate con orgoglio e dignità la Sicilia nel vostro cuore, vi stringo forte a me in un immenso abbraccio di sincera solidarietà e grande affetto!


venerdì 25 settembre 2009

Settembre

Ci siamo, è giunto il tempo per quel mare affinchè taccia e plachi la sua voce, la sua rabbia e le sue domande, il mio sguardo è ancora incredulo per la velocità della sua trasformazione, tutto appare ora immerso in uno scenario diverso, quasi stravolto e mutato a cominciare dai colori al rumore, la luce avvolge ogni cosa con sfumature differenti, persino il profumo della sabbia umida è più persistente e pungente, il movimento lento e pacato delle sue onde appaiono come fluttuanti melodie che si muovono in un'armonia ritrovata e persa nei tempi precedenti .
Settembre giunge a termine e tra non molto saluta il suo mare e dà il benvenuto al nuovo scenario, perchè puntuale si accinge ad indossare abiti dai riflessi più cupi e introversi, ama adornarsi di nuove conchiglie e stelle per far sognare chi crede ancora nella vita, in lontananza volano liberi senza alcun vincolo i gabbiani, stridono e si rincorrono nella ricerca affannosa di cibo e io ripercorro e lascio scorrere gli ultimi ricordi, tutti uno ad uno, evitando e sorvolando su quelli dolorosi, come quando si schivano le onde e gli spruzzi marini perchè la temperatura dell'acqua è troppo fredda e non invoglia al contatto, scanso e allontano gli abissi freddi mentre ricerco la mia nuova luce e un nuovo percorso lungo l'orizzonte, ancora incerto e nascosto, in questo nuovo mare di Settembre che si presenta come palcoscenico e preludio di una nuova stagione, alleato e ispiratore di nuove sensazioni, inizio di un'Autunno tuttavia capriccioso e già fin troppo piovoso, cerco e guardo lontano per ritrovare me stessa e forse comincio a scorgerla! Forse è lei cioè io.

domenica 20 settembre 2009

Un minuto di silenzio!

La preghiera, che è il canto del cuore,
giunge alle orecchie di Dio
anche se confusa in mezzo alle grida
e ai lamenti di migliaia di voci.


(Kahlil Gibran)
Un abbraccio ai nostri ragazzi uccisi a Kabul!

venerdì 18 settembre 2009

Preghiera indiana

Dovrei scrivere un post ma non so da che parte iniziare...sono confusa e condizionata tristemente per la notizia dell'attentato di ieri a Kabul ma non parlerò del mio punto di vista sulla scelta politica che è stata presa, non entro volutamente nella polemica e nella condanna di una simile decisione anche perchè purtroppo non servirà a ridarci i nostri ragazzi morti in quella terra martoriata e straniera.
Rifletto sullo stato d'animo che accompagna questi momenti tragici che ci vede ancora una volta impotenti e inutili spettatori, dove interrogarsi sul perchè e sul senso di simili sciagure dettate dall'odio da parte di altri esseri umani, non dà nessuna risposta nè sentimenti di pace e speranza, ma solo e unicamente rabbia, straziante dolore e terribile scoraggiamento. Purtroppo non è la prima tragedia, non si può continuare ad assistere a simili strazi senza sentirsi lacerare l'anima; siamo ormai affamati di giustizia e pace, sempre di più ne abbiamo immensamente bisogno per continuare a vivere su questo nostro pianeta.
"Spiritualità" è la nuova "etichetta" che oggi inauguro con questa immagine dove è riportata una preghiera indiana, mentre in sottofondo ascolto musica new age che mi trasporta lontano in una dimensione quasi ancestrale, dove ricerco un po' di pace attraverso le note musicali dolci e coinvolgenti, dove quei suoni e quegli echi sembrano andati persi e divenuti elementi sconosciuti al nostro Tempo odierno, troppo chiassoso e litigioso, irascibile e violento, aggressivo e intollerante, discriminatorio e caratterizzato dal pregiudizio e dall'ignoranza, dove amare e rispettare il prossimo diventa sempre di più un'utopia, qualcosa da ripudiare dalla quotidianità perchè si va ormai irrimediabilmente contro-natura e contro chi è "diverso" o chi opera per la pace.
Un flauto suona, si sente l'eco ed il gorgoglio di un ruscello, il vento abbraccia la musicalità della natura con cinguettii e fruscii di foglie, probabilmente ci sono altri abitanti di quel mondo ma sono ancora qui a meditare sulla parola "Spiritualità"...
Ma esiste una spiritualità?
Mai come in questo tempo ricerco il suo linguaggio, mi pongo diverse domande ma spesso non so dare risposte nè trovo la strada per razionalizzare qualcosa che non ha niente a che vedere con la razionalità!
Perchè si muore ingiustamente e in modo così atroce? Ha senso l'odio e la cattiveria che regna tra gli uomini? Cosa spinge ad uccidere i propri simili? Vite e sogni spezzati per sempre, perchè?
Mi chiedo se la spiritualità può consolare e alleviare il dolore di quei familiari...Io come avrei reagito al posto loro? Non oso pensarci...
La preghiera indiana dice parole efficaci, trovare la forza per accettare le cose che non posso cambiare...ne farò il mio canto di speranza pensando a quei ragazzi che non ci sono più e ai loro cari!

venerdì 11 settembre 2009

Mare, mare...

Un'immagine che parla, una ragazza seduta in riva al mare guarda e ascolta assorta nei suoi pensieri, la voce del mare, con quel gesto, lei come me, rinnova il legame indissolubile col mare, un patto antico d'amore e di reciproca fedeltà! A fine giornata è bello ritrovarsi col proprio mare, per fare ancora una volta un'attenta valutazione degli eventi, tirare le somme e riconoscersi come parte integrante dell'Universo!
Negli ultimi giorni di ferie ho fatto un po' di pulizia, ho buttato i brutti ricordi in fondo a quel mare come fossero inutili sassolini ingombranti, li ho lasciati cadere uno ad uno senza alcun rimpianto per la loro sorte, gli abissi si son ripresi quello che era più giusto, perciò ringrazio quel mare che mi ha tenuta compagnia e scaldato il cuore, allontanando la paura di non farcela e di sbagliare.
Sono consapevole che parlare ancora una volta del "mio mare" non è un fatto nuovo per chi con costanza e pazienza, amicizia e simpatia mi segue attraverso le pagine spiegazzate e sgualcite di questo mio blog. Più volte ho raccontato in altri post di questo mio amore travolgente per il mare che sfrutto come metafora per sviscerare le mie emozioni più buie legate al riflettere intricato e complesso di una parte di me che soffre ma che sa anche gioire, ma cos'è questo pulsare di pensieri che s'intrecciano in un caotico groviglio? Dove abitano? Nella mente, nell'anima o nel cuore, nell'inconscio o nella realtà? Nel presente o forse sono già nel futuro?
In quella distesa ci sono frammenti di me che percepiscono la bellezza della vita, ci sono le esperienze, i ricordi, il passato che s'unisce col presente, ci sono i sogni e le speranze, i desideri , l'amore per la giustizia e per i sentimenti semplici e genuini, il rispetto per la verità e la lotta per conseguirla sempre, anche a costo di vivere in continuo flusso controcorrente, contro ogni moda e ogni compromesso di circostanza, ci sono gocce di amore prezioso che raccolgo da ogni esperienza e contatto con le persone e i bambini che incontro nel mio quotidiano fino a commuovermi e che poi lasciano in bocca un retrogusto amarognolo di malinconica nostalgia misto a tenerezza infinita per chi mi permette di entrare nella loro vita gratuitamente senza complicazioni, semplicemente così come sono per quello che sono, nel bene e nel male, con pregi e difetti (tanti) e con tanta voglia di dolcezza da donare a tutti.
Mi ripeto ancora una volta, si, forse annoio e chiedo scusa, per qualcuno sono nauseante (mi spiace) ma ho voglia, una grande voglia di raccontare fino allo sfinimento quanto amo le sensazioni che il mare, questo mio mare mi trasmette, basta guardarlo mentre muta i suoi colori dal tramonto fino all'imbrunire della notte fino a quando scompare l'orizzonte marino e diventa un tutt'uno col nero-blu della sera che avvolge tutto quello che incontra come un gran mantello che scende dal cielo per proteggere e aver cura di ogni essere vivente, me compresa, fortunata e forse ingrata spettatrice di questo magico scenario che miracolosamente si ripete davanti ai miei occhi incantati, che come una bambina non riescono a staccarsi da quella magia ma resta in religioso silenzio ad ascoltare quella voce e la sua melodia che non finisce mai di stupirmi e stringermi la mano soprattutto nei momenti di grande prova, mi sostiene e mi fa sentire viva!

lunedì 31 agosto 2009

Chi va piano

Anche questo è arrivato, il mio ultimo giorno di ferie estive, saluto l'estate 2009 con tutto il suo bagaglio di situazioni familiari, soprattutto spiacevoli e a cui non ero veramente preparata e non ho saputo fronteggiare se non allontanandomi e prendendo le giuste distanze. Ho ritenuto mettere in atto un "Trattamento d'urto", andare in esilio nella mia casetta al mare in solitudine anche se in realtà avevo la compagnia di mia madre e di Dylan che ormai tutti conoscete o quasi. Già la solitudine...ho scoperto il grande fascino e la grande compagnia della solitudine, chi l'avrebbe detto? Proprio io che non amo stare sola, ma al contrario mi piace circondarmi di persone, rumori, colori...e invece ho scoperto che tutte queste cose risiedono soprattutto nella solitudine e io semplicemente non riuscivo a riconoscerne i segni eclatanti, temendo il suo linguaggio, quello del silenzio...
Faccio ancora una volta un bilancio, di questi giorni strani avvolti come dentro una nube di qualcosa d'irreale, di gran lunga lontani dal mio solito modo di concepire questo tempo di "vacanze," nessun viaggio, nessun evento straordinario eppure rimpiango questo tempo perchè sta finendo...anche se voglio dimenticare la causa che ha generato il tutto!
Ho staccato col pc dal momento che non avevo la connessione, col cellulare...ho dimenticato in città il caricatore, la tv ha bisticciato con la parabola...nessuna radio o lettore cd... Anche Dylan era più tranquillo e meno ipercinetico...
Unico sfizio un libro di piccole dimensioni, di sicuro non uno di quelli che ho visto tra le mani di qualcuno in spiaggia che sembrava un volume della Treccani invece di un normale libro da viaggio o da spiaggia!
Si tratta appunto di "Chi va piano" di Bruno Contigiani, ricordate vi ho già parlato di lui a proposito della giornata della lentezza...
Naturalmente ho preso senza rendermi conto, alla lettera i suoi concetti, non ho finito di leggere il suo libro e sono arrivata solo alla trentesima pagina, una vera pacchia leggere senza stress e per puro piacere, leggere pagine che dicono qualcosa di bello e concreto e non aria fritta!
Tutto questo fiume di parole per sottolineare un passo che ho tenuto a mente a pag.24 l'autore dice facendo riferimento ad una sua esperienza dolorosa:
"...ma da quel dolore, a cui non ero arrivato assolutamente impreparato, ho imparato molto. Ho imparato soprattutto a non avere paura. A non avere paura dei cambiamenti(sempre in agguato), della solitudine, del silenzio, dei vuoti, degli abbandoni, (che possono capitare), degli anni che passano e della morte. E ho imparato ad avere fiducia. Perchè la vita e il buon dio (chiunque esso sia) sono generosi. Basta avere tempo di rendersene conto."
I cambiamenti sono quelli che più di ogni cosa spiazzano e talvolta destabilizzano il nostro vivere e invece arriva un momento che abbracci questa opportunità perchè ti fa scoprire nuove sensazioni e nuove potenzialtà che pensavi di non possedere, crescere e maturare nuovi pensieri e nuove strategie di vita.
Ma bisogna andare piano, molto piano...e ti accorgi che il vento ha ripreso con riconoscenza a soffiare sulla tua vita e lentamente riconduce quella tua barca stanca verso nuovi orizzonti!

venerdì 14 agosto 2009

Il pranzo di Ferragosto

Domani è giornata di Ferragosto, per me e per molte altre persone sarà una giornata da vivere come tante altre, sarà solo Sabato 15 Agosto 2009 e se la memoria non mi gioca qualcuno dei suoi scherzetti, sarà il primo Ferragosto che trascorrerò come una giornata normale, senza fuochi d'artificio, super pranzo, niente grigliate e gare di cucina casereccia, dolci e gelati da gustare allegramente in comitiva e in compagnia del super-maxi-raduno di amici, parenti e nipoti, e cagnolini super elettrizzati e super felici come è di norma nelle giornate di festa!
Si, domani niente di tutto questo...confesso che un po'quel caos festante mi mancherà, ma tenterò di prendere tutto questo positivamente, o almeno così spero.
Stasera riflettendo sulla giornata di domani ho spostato il mio stato d'animo e ho pensato a quante persone domani saranno veramente sole, molte saranno impegnate con turni di lavoro, altre aspetteranno l'orario delle visite perchè ricoverate in un ospedale, ai vecchi e ai bambini "ospiti" in case famiglia senza figli o genitori che li porteranno fuori da quella struttura , altre ancora che hanno deciso di stare in solitudine per scelta, altre che staranno in solitudine per scelte di altri..., ci sono poi le persone che sono prive di libertà perchè rinchiuse nelle prigioni...insomma c'è solitudine e solitudine, ma io perchè m'interrogo?
Forse perchè anch'io, in queste giornate sento un po' di più una certa solitudine, sento un po' di vuoto e a dire il vero non amo molto il pensiero esasperante che spesso perseguita un po' tutti, quello cioè di festeggiare sempre e comunque queste ed altre festività che ricorrono nel calendario, solo perchè così fan tutti e per forza devono essere felici e soddisfatti ma che quasi mai, sono rimborsati dello stress che genera i preparativi!
In un altro post vi dissi che vivo con mia madre rimasta vedova dall'89 , ah, dimenticavo, non siamo proprio sole-sole, da tre anni c'è con noi anche il nostro bravo e inseparabile Dylan, il mio anzi.... nostro, cane super-golosone!
Ho promesso a mia madre che domani mattina la porto in città a fare un bel giretto così facciamo finta di fare le turiste, stile "turisti-per-caso....., poi ci concediamo un pranzetto semplice tra noi, sperando che la giornata sia almeno un po' più fresca di quella di oggi e in serata si vedrà.
Stasera , un po' annoiata e un po' svogliata, girovagando su Internet, ho trovato qualcosa che, da un lato fatto mi ha fatto sorridere...uno di quei sorrisi tra l'ironico e il "toh, guarda cosa mi capita tra le mani!"...un video...(che speravo di riuscire ad allegare ma che per via di qualche problemino tecnico è sfumato, forse lo allego in un secondo momento), quello del film "Il pranzo di ferragosto", ma dall'altro mi ha fatto venire un velo di malinconia...
Non ho visto il film per darvi un mio parere personale, ma a questo punto dovrei perchè penso che meriti davvero!
La regia e la sceneggiatura sono di Gianni di Gregorio.
Attori: Valeria De Franciscis, Marina Cacciotti, Maria Calì, Grazia Cesarini Sforza, Alfonso Santagata, Luigi Marchetti, Marcello Ottolenghi, Petre Rosu, Gianni Di GregorioProduzione: Archimede
Distribuzione: Fandango
Paese: Italia 2008
Uscita Cinema: 03/09/2008
Genere: Commedia, Drammatico
Trama del film :Pranzo di Ferragosto:
Gianni, un uomo di mezz'età, figlio unico di madre vedova, vive con sua madre in una vecchia casa nel centro di Roma. Tiranneggiato da lei, nobildonna decaduta, trascina le sue giornate fra le faccende domestiche e l'osteria. Il giorno prima di Ferragosto l'amministratore del condominio gli propone di tenere in casa la propria mamma per i due giorni di vacanza. In cambio gli scalerà i debiti accumulati in anni sulle spese condominiali. Gianni è costretto ad accettare. A tradimento, l'amministratore si presenta con due signore, perché porta anche la zia che non sa dove collocare. Gianni, travolto e annichilito dallo scontro fra i tre potenti caratteri, si adopera eroicamente per farle contente. Accusa un malore e chiama un amico medico che lo tranquillizza ma, implacabile, gli lascia la sua vecchia madre perché è di turno in ospedale. Gianni passa ventiquattr'ore d' inferno. Quando arriva il sospirato momento del congedo però le signore cambiano le carte in tavola...
Note di Regia (estratto dal pressbook del film)
"Figlio unico di madre vedova, ho dovuto misurarmi per lunghi anni, da solo, (moglie e figlie si erano dileguate per istinto di sopravvivenza), con mia madre, personaggio di soverchiante personalità, circondato dal suo mondo.
Pur se provato, ho conosciuto e amato la ricchezza, la vitalità e la potenza dell'universo dei "vecchi". Ma ho anche visto la loro solitudine e vulnerabilità in un mondo che cammina a passo accelerato senza sapere dove va perché dimentica la sua storia, perde la continuità del tempo, teme la vecchiaia e la morte ignorando che nulla ha valore se non la qualità dei sentimenti.

Nell'estate del 2000 realmente l'amministratore del condominio, sapendomi moroso, mi propose di tenere sua madre per le vacanze di ferragosto. In un sussulto di dignità rifiutai, ma da allora mi chiedevo spesso cosa sarebbe potuto succedere se avessi accettato.
Questo è il risultato.

Per le attrici, dopo aver incontrato delle professioniste, ho scelto delle signore che non avevano mai recitato, prive di vizi formali, in base alla forza della loro personalità.
Durante le riprese mi hanno travolto, la storia cambiava in base ai loro umori ma l'apporto, in termini di spontaneità e verità, è stato determinante. Alcune riprese le ho addirittura rubate.
L'attore che interpreta l'amministratore, Alfonso Santagata, è un grande attore di teatro.
Gli altri, il dottore e l'amico di Trastevere sono realmente miei amici d'infanzia.
In quanto a me, ho interpretato il ruolo protagonista perché in fase di preparazione, mentre spiegavo all'equipe che occorreva trovare un uomo di mezz'età, più o meno alcolizzato, che aveva vissuto per anni con la madre, tutti i visi si sono rivolti molto seriamente verso di me.
Ho avuto il coraggio perché da ragazzo ho studiato regia ma anche recitazione con Alessandro Fersen."
A chi invece passerà il Ferragosto secondo i canoni prestabiliti come : bagni di sole e mare, abbuffate, code (snervanti) in auto, levataccia all'alba per partire prestissimo e arrivare comunque tardissimo per il conueto pic-nic in montagna ecc. ecc.....
Auguro comunque a tutti e senza distinzione alcuna
BUON FERRAGOSTO!!!!


mercoledì 12 agosto 2009

La notte di San Lorenzo

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Potevo lasciar passare questa ricorrenza, proprio io che non perdo occasione per parlare di sogni e desideri?
Stavolta sono proprio esattamente IN TEMPO per ricordare che il 10 Agosto era la famosa "Notte di San Lorenzo".......ma a differenza degli scorsi anni, è proprio stanotte 12 agosto dalle 21.30 alle 4 del mattino che il fenomeno assume la massima intensità e ci saranno i presupposti per osservare una bella pioggia di stelle cadenti, almeno così assicurano gli esperti!

Nel vasto mondo di Internet c'è stata una folle gara a chi più poteva dare informazioni e consigli per non farci cogliere impreparati e poter esprimere decine di desideri....Quindi per chi è amante di queste magiche storie popolari, è un inguaribile ultra-romantico o semplicemente un appassionato di astronomia, non resta altro da fare che trovare un posticcino carino, meglio aggiungo io se, in riva al mare o per boschi, al riparo dalle luci artificiali che disturbano lo spettacolo, sperare nella buona sorte e divertirsi a fare a gara a chi ne vede di più!!!

In questa notte, infatti, si crede si possano avverare i desideri(così dicono), di tutti coloro che si soffermano a ricordare il dolore di San Lorenzo e ad ogni stella cadente si pronuncia la filastrocca "Stella, mia bella stella, desidero che…" e si aspetta l'evento desiderato durante l'anno (...).
Nella tradizione popolare, le stelle del 10 agosto sono anche chiamate fuochi di San Lorenzo, poiché ricordano le scintille provenienti dalla graticola infuocata su cui fu ucciso il martire, poi volate in cielo. Anche se in realtà San Lorenzo non morì bruciato, ma decapitato, nell'immaginario popolare l'idea dei lapilli volati in cielo ha preso piede, tanto che ancora oggi in Veneto un proverbio recita "San Lorenzo dei martiri innocenti, casca dal ciel carboni ardenti".
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Auguro a tutti di vedere un sacco di stelle cadenti, non si sa mai che qualche desiderio si avvera!
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