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Mi avvicino ad un mondo "privilegiato", quello della tastiera che imprime e lascia una seppure futile traccia di me attraverso un pc con pensieri-concetti-sensazioni-emozioni. Nel mio caso c'è da chiedersi se è il tempo che ci cambia o....ma a quanto pare il tempo è "fermo" o almeno è sempre lo stesso, siamo noi che passiamo davanti a questa meravigliosa e sconcertante realtà, siamo noi che camminiamo attraverso il tempo, percorrendo un viaggio avventuroso e ancora siamo noi che decidiamo se cogliere i frutti che ci offre con generosità e ricambiare con gratitudine!
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giovedì 30 aprile 2009

Alice nel paese delle meraviglie

Vorrei parlare del mondo femminile, più precisamentemi mi riferisco a quell'Universo che si chiama Donna.
In questo caso affianco un'immagine dove ognuno può leggere e trovare diversi spunti, dove più di qualcuna può cogliere qualche nota di similitudine con se stessa.
A tale proposito mi piace usare come metafora, il racconto delle avventure di Alice nel paese delle meraviglie, spesso contratto in Alice nel paese delle meraviglie, titolo originale Alice's Adventures in Wonderland, un'opera letteraria pubblicata per la primissima volta il 4 luglio 1865 scritta dal matematico e scrittore inglese reverendo Charles Lutwidge Dodgson, sotto il ben più noto pseudonimo di Lewis Carroll.
Il racconto è pieno di allusioni a personaggi, poemetti, proverbi e avvenimenti propri dell'epoca in cui Dodgson opera e il "Paese delle meraviglie" descritto nel racconto gioca con regole logiche, linguistiche, fisiche e matematiche che gli hanno fatto ben guadagnare la fama che ha.

La storia prende il via il 4 maggio (giorno del compleanno di Alice Liddell); Alice, una bimba di sette anni, annoiata e frastornata dal caldo primaverile, vedendo un Coniglio Bianco col panciotto che borbotta fra sé "è tardi, è tardi!" lo insegue nella sua tana. Così cade letteralmente in un onirico mondo sotterraneo fatto di paradossi, di assurdità e di nonsensi. Nella sua caccia al coniglio le accadono le più improbabili disavventure. Cresce fino a raggiungere dimensioni assurde; incontra frotte di animali quasi affogati nelle sue stesse lacrime, rimane intrappolata nella casa di un coniglio; incontra bimbi che diventano maiali, gatti che ghignano e svaniscono, partecipa a tè senza fine, gioca a croquet con un mazzo di carte per poi trovarsi a testimoniare nel processo al Fante di Carte che aveva rubato delle torte che in effetti erano lì…In seguito Alice viene processata e condannata dopo aver testimoniato e prima che la decapitassero...si sveglia.
Fine del racconto. Almeno per quanto riguarda il racconto...
Concludo ponendomi una domanda :
Ma noi donne quand'è che apriamo gli occhi e usciamo dal mondo onirico per dare un senso al non-senso che abbonda intorno a noi e guardiamo in faccia la realtà, riconoscendola per quello che è veramente, abbracciandola senza rinnegarla invece di cullarci/rifugiarci in falsi modelli o pseudo tipi di realtà?

domenica 26 aprile 2009

L'amico immaginario


" Due terzi dei bambini hanno un amico immaginario con cui dialogano, litigano e giocano prima di prendere sonno, o nel ritorno da scuola, o se si ritrovano da soli a casa. Lo rivela una ricerca dell'Università di Washington e Oregon: di solito si ha un amico immaginario in età prescolare. Un altro studio, dell'Università della Tasmania, afferma che il fenomeno è più frequente nei primogeniti. A Boston saranno studiate cento famiglie per capire quanto è aumentata la presenza del compagno di fantasia. Tutto si può dire dei bambini tranne che manchino di un certo senso pratico. Cresciuti, potrà capitar loro di tartassarsi cercando di dipanare i grovigli dell'identità multipla, degli avatar, dell'Altro della psicoanalisi lacaniana o magari dell'Angelo custode. Ma fin quando l'età lo consiglia e consente, allora vanno per le spicce e si inventano un amico immaginario, con cui giocheranno, si confideranno, litigheranno. Immaginario, segreto, personale, umano, fantastico: come farne a meno? Le luci si spengono, la mamma ha dato il bacio della buonanotte, il buio incombe e il sonno invece no. Oppure da soli a casa, spaventati da rumorini e scricchiolii, una solitudine che non ha nulla di esistenziale e malinconica ed è tutta concreta, palpabile, immeritata. O per strada, rincasando e persi nel proprio sovrappensiero. È così che nasce l'amico immaginario, a volte perfettamente invisibile, a volte incarnato in un peluche, un orsacchiotto come Winnie-the-Pooh: e in almeno un caso, quello capitale del piccolo Danny di Shining rappresentato iconicamente da un dito del bambino che si muove in orizzontale e in verticale, mentre parla assumendo una vocina arcana.
Gli psicologi tranquillizzano i genitori: è tutto normale. Forse anche qualcosa in più che normale, se una ricerca delle università di Washington e dell'Oregon, ricerca su cui riferisce Libération, stabilisce quasi i due terzi dei bambini hanno o hanno avuto un amico immaginario, nella maggior parte dei casi in età pre-scolare (dai tre ai cinque anni). Un'altra ricerca - sembra esserci un affollamento - viene da un'università della Tasmania e nota che i più accaniti frequentatori di amici immaginari sono i primogeniti, probabilmente colpiti dall'arrivo del fratellino che li ha spostati dal centro dell'attenzione. E ora a Boston saranno studiate cento famiglie per capire quanto è aumentata la presenza del compagno di fantasia. Essendo immaginario nulla costringe l'amico ad avere caratteri realistici: abbiamo così le magie di Peter Pan e di Mary Poppins, spesso legate al volo, e sempre sradicate da proprie esistenze familiari. L'amico immaginario è sempre lì, disponibile: non ha la mamma che lo aspetta a casa, non ha orari e obblighi, non va a scuola, è ovviamente emancipato. Un terzo studio, in Sri Lanka, ha mostrato quanto più frequentemente capita in culture che ammettono la credenza nella reincarnazione che l'amico immaginario sia legato a una sorta di memoria di vite precedenti. Un quarto studio, inglese, ha stabilito che l'intrattenersi con un amico immaginario non ha alcuna relazione con l'inclinazione alla creatività, ma che piuttosto porta a una certa sensibilità nei confronti delle illusioni uditive: facendo sentire loro borbottii inarticolati questi bambini "riconosceranno" parole e linguaggi immaginari. Niente di grave, anzi niente di rilevante: a meno che non si ritenga oramai abnorme la capacità di fantasticare ed evocare mondi. Cosa c'è di diverso, fra Snoopy che usa la propria cuccia come la carlinga di un aereo con cui combattere il Barone Rosso (nemico immaginario vero e proprio) e Calvin che gioca con la sua tigre di pezza Hobbes, e quando nessuno li vede vi interagisce come e meglio che con un amico? Amici immaginari hanno avuto Topolino e Remy, l'altro topo animato che dialoga con l'anima di un grande chef parigino scomparso, Auguste Gusteau. Il gioco è gioco, e tra le sue leggi non c'è quella che lo vincola all'esistenza reale. Casomai andrà notato come tra i segni della contemporaneità ci sia proprio la prevalenza di giochi in cui l'avversario o il complice siano impliciti. Dal bambino che tira la palla contro il muro a quello che diteggia il suo gameboy, dalle navigazioni su Internet alle sfide al caso, la mancanza anche solo provvisoria di compagni produce naturalmente l'esigenza di proiettare un'ombra fuori da sé: un'ombra con cui prendersela, o con cui confidarsi. Un doppio speculare, un'anima gemella - come si dice - a cui non occorre spiegare antefatti e sottintesi. E quando qualche università di qualche parte del mondo vorrà occuparsi degli amici immaginari dei grandi se ne potranno sapere delle belle". (19 dicembre 2007)

Con questa lettura rubata da internet "Tecnologia e Scienza", voglio abbracciare virtualmente la mia ri-trovata e carissima amica Pat che ieri mi ha regalato una magica sorpresa con il suo reale saluto e l'affettuosa "tirata d'orecchie".... A tutti gli altri lettori e amici reali e non un invito a riscoprire il vero senso dell'Amicizia, attraverso i rapporti umani concreti e reali, unico, vero e indissolubile pilastro portante per la nostra vita, dove spesso siamo noi gli artefici del nostro isolamento e infelicità!

Auguro a tutti di riuscire a sentire e ritrovare in se stessi la fiducia e l'entusiasmo per capire meglio gli altri e costruire leali rapporti d'amicizia.

Quanto alla gioia...bè quella risiede in noi, a patto che sappiamo riconoscere ancora la sua voce!

A proposito di amici immaginari, l'immagine in bianco e nero è tratta da un film a mio modesto avviso, superlativo!!!

Il titolo originale è : Harvey, la Produzione : USA, 1950, la Regia : Henry KosterCast : James Stewart, Josephine Hull, il Genere : Commedia, la Durata : 104 minuti .
Vogliamo dimenticarci di Harvey, il film del 1950 magistralmente interpretato da James Stewart e tratto dal lavoro teatrale scritto da Mary Chase, che vinse il premio Pulitzer nel 1945? No, non vogliamo.
Questo film è un piccolo gioiello poetico, in cui James Stewart veste i panni di un omino che trascorre le sue giornate in compagnia del suo amico immaginario Harvey, un invisibile coniglio alto quasi due metri, affrontando ogni avvenimento con disarmante gentilezza e serenità, mentre i suoi familiari vorrebbero solo rinchiuderlo in una stanza imbottita. Prima fra tutte la sorella Veta, interpretata da Josephine Hull, che aveva già vestito questi panni nella versione teatrale e che per questa parte ha vinto l'Oscar come miglior attrice non protagonista.
Dedicato a tutti quelli che non vogliono rassegnarsi a smettere di sognare. Concludo con una delle frasi più belle pronunciate da James Stewart nel film:
Ho lottato con la realtà per 35 anni, dottore, e sono contento di dire che alla fine l'ho sconfitta.

sabato 25 aprile 2009

La Macchina del Tempo

Sabato 25 Aprile 2009, giornata storica importante a livello nazionale perché ricordata come Anniversario della Liberazione, scrivo e penso perché con orgoglio faccio il punto della mia situazione di LIBERAZIONE legata ad eventi personali del mio viaggiare/sognare/esistere iniziato con la nascita di questo spazio virtuale e condiviso con molti di voi attraverso il blog.

Parlando del mio blog faccio riferimento ancora una volta alla componente “Tempo”, proprio per questo ho pensato di unire un’ immagine curiosa e fantasiosa di macchina del tempo!

Davvero incredibile ritrovarmi ancora una volta a scrivere tra queste pagine, ignara di chi vorrà leggerle e farle sue interrogando, perché no, anche se stesso/a.

Senza condizionamenti ricerco un linguaggio diverso, ponderato, riflessivo e sofferto, più in sintonia col mio modo di essere, scrivo soffermandomi ad ascoltare le mie parole e ogni virgola nascosta nei miei vari stati d’animo, oggi in questa magnifica giornata di Liberazione mi sento finalmente libera e ritrovo il senso vero di questo termine, proprio quando pensavo di aver trovato il mio tempo per tacere e chiudere il mio blog!

Ancora una volta mi ritrovo a prendere una decisione, se fare o no un’altra tappa del mio viaggio, totalmente nuovo, totalmente entusiasmante, totalmente avventuroso.

Ma quello che è più importante è la motivazione: mi sento nuova nonostante le ferite, nuova nei pensieri e nel percepire me stessa, nuova e allo stesso tempo fragile, nuova e allo stesso tempo quella di sempre, nuova nella volontà di riscoprirmi domani un’altra senza le paure del passato o gabbie buie e fredde che opprimono la mia entità di persona libera di amare e sognare le cose più belle e pure della vita, senza cadere nell’inganno del sogno fine a se stesso.

Ognuno di noi ha la sua macchina del tempo e può decidere che percorso iniziare e intraprendere, dove viaggiare se nel passato, nel presente o nel futuro…ma siamo sempre noi gli autisti di questo mezzo e di volta in volta conduciamo la nostra vita nella direzione che vogliamo, quella che pensiamo sia meglio per noi in base a quello che preferiamo si sceglie una tappa piuttosto che un’altra, a volte in modo consapevole e altre volte in modo inconsapevole e sconosciuta alla nostra razionalità!

Talvolta questo viaggio subisce degli incidenti di percorso, tutte le macchine subiscono dei guasti e quasi sempre si accende qualche spia luminosa per avvertirci dell’imminente problema, ma talvolta il viaggio ed il panorama che ci circonda ci distrae dalla realtà e si rimane intrappolati dal sogno, incapaci di intervenire per porre rimedio e proseguire il nostro percorso senza perdere il controllo del mezzo.

Capita che non tutte le persone s'indendono di motori e purtroppo non hanno nessuna nozione pratica di meccanica; io rientro purtroppo in questa categoria, ecco allora che quando la macchina comincia a dare i primi segnali di imminente guasto, bisogna fermarmarsi e con umiltà chiedere aiuto.

Queste persone più esperte di me sono le persone che circondano il mio mondo reale, quelle che prima di me hanno fatto lo stesso tipo o quasi di viaggio e di percorso, che come me si sono imbattute e scontrate nei famosi incidenti di percorso, persone in carne ed ossa e con un cuore puro e sensibile che hanno sofferto l’ingiustizia di vedere, conoscere, toccare con mano che esiste anche il male e la sofferenza, che hanno sentito bruciare sulla propria pelle la volontà di lasciarsi andare in un morire lento dell’anima, dove qualsiasi tentativo di aiuto dall’esterno veniva percepito solo come un lancio di pietre invisibili che si aggiungevano alle altre pietre che ricopriva il loro cuore ferito e deluso , arreso alla malvagità gratuita dove gli avvoltoi trovano abbondante pasto in un terreno fertile per simili brutture.

La sofferenza porta molte persone alla convinzione di non credere più in niente e tanto meno in se stessi, si ha voglia solo di fermare tutto, ci si sente sconfitti e spesso colpevoli.

Concludendo un lavoro molto bello di Danza-Movimento-Terapia durato tre mesi, i tempi scorsi ho scritto anche sotto l’ispirazione di quel magico e introspettivo lavoro guidata dal sogno e dal desiderio di trovare la mia essenza.

Ma i veri frutti posso coglierli solo oggi perché si uniscono ad altre tappe importanti che trovano il loro vero gusto non artefatto, attraverso la nascita di questo nuovo, sofferto ma vero e voluto post.

Questi giorni ho lasciato affiorare importanti segni, dove mi sono ascoltata e ho fatto rinascere la bambina nascosta che vive in me e che ogni tanto si perde, ho lavorato sulle percezioni e sui ricordi, ho scavato come una ruspa dentro me stessa e posso affermare (anche se tremo all’idea) che oggi il cantiere del mio viaggio ha riaperto con gioia i lavori, ho fatto un po’ di pulizia tutt’intorno, ho acceso qualche preziosa luce in più per accedere più serenamente, ho raddrizzato qualche sentiero e liberato il mio presente guardando con dolcezza e pìù pace il mio ieri, perdonando, abbracciando e riprendendo per mano quella piccola e fragile bambina arrabbiata che oggi mi vede persona nuova e un po' più consapevole!

Un grazie a chi mi è stato vicino!

sabato 18 aprile 2009

La voce del mio Mare, è questo il suo tempo!



Ci provo, lentamente tento di riprendere il discorso interrotto con il Mare, il mio, quello che dimora dentro me da sempre, che accoglie e custodisce tutte le mie emozioni, i sentimenti, i sogni, gli ideali, la bellezza per quello che di puro c'è intorno a me, il sorriso e il condividere con semplicità, è qui che amo lasciarmi cullare, è qui che ritorno ogni volta col pensiero e col cuore, è qui che scruto me stessa e m'interrogo nella ricerca degli angoli bui e sconosciuti persino a me stessa, è qui che guardo la mia vita che scorre dinanzi a me in un'alternarsi di esperienze alcune edificanti altre meno, è qui che amo rifugiarmi per trovare pace e rinascere, è qui che si possono ammirare i colori più belli e ritrovare se stessi, è qui che possono succedere grandi e devastanti tempeste ma anche incredibili arcobaleni carichi di dolcezza e infinito amore!

Non temo il mare, direi che lo amo alla follia, sono nata in una città di mare e pur avendo viaggiato e visitato molte altre città non potrei fare a meno del luogo dove sono nata e del suo inconfondibile specchio cristallino, il mare… magico e prezioso scrigno di profumi e salsedine, culla da sempre dei miei sogni che al tramonto volano lontano insieme ad una soffice nuvola rosa di fenicotteri, in cerca di lidi sicuri e di protezione .

Temo però il mio Mare, soprattutto quando si rivolta contro di me e diventa una vera furia dell'universo, lo sento arrivare come un tuono, in quei momenti mi assale una gran senso di smarrimento perchè temo di non riuscire a mettermi in salvo, vorrei scappare, fuggire…ma sarebbe da vigliacchi! Rimango lì pietrificata, ormai non posso fuggire... non ho più via di scampo, è davanti a me, insieme, io e il mio Mare ormai siamo dentro una furiosa guerra, lui è ferito e deluso di me, ma va oltre e tenta un’altra carta: mi porta a guardare me stessa, lottiamo con tutte le forze mentre vengo scaraventata contro le rocce, ci sono ancora troppe resistenze, c’è la paura, sembra di morire ma ancora non è arrivato il momento, cerchiamo l'uscita… ancora una volta il mio Mare mi scuote senza pietà fino alle viscere per farmi Rinascere, vuole vedere se dentro me può esserci un’altra vita, nuova e in grado di rinnovarsi, cerco e ritrovo finalmente la voce per il mio urlo straziante e primordiale, cerca la sua via, come un feto in cerca della sua luce, con le mani tento disperatamente di scavare nel fondo sabbioso per riemergere, ma lui mi riprende e mi scaraventa tutta la verità, i miei limiti, le insicurezze, le fragilità, l'ingenuità, ma anche la menzogna verso me stessa, tenta allora di trasformare il mio sguardo e depurarlo, piango mi dispero, mi rannicchio in me stessa , un movimento lacerante mi contorce nuovamente e intanto si lacera l'anima, mi aggrappo a qualcosa nel tentativo di salvarmi, vorrei vomitare quel malessere e quel disgusto come fosse una pioggia di cristalli, ma non succede niente di ciò, sono ancora pietrificata dentro una rete di disperazione e buio, quasi non riesco a riunire i pensieri e le mie cellule sono impazzite, ma il travaglio diventa ancora più lungo quando scopri che una parte di te deve inevitabilmente morire e staccarsi da te come una cancrena per rinascere come carne, sangue e cuore nuovo per ritrovare la fiducia, morire per elevarsi e riscoprire lo stupore per la Vita e amarla, afferrarla, stringerla, accarezzarla, abbracciarla fortemente e assaporarla come prima e più di prima, nonostante tutto, nonostante se stessi, perché non ti sfugga mai più , neanche una piccolissima goccia , insieme al dolore e la sofferenza di ieri e finalmente riuscire a veder splendere la propria esistenza in un’acqua finalmente pulita e limpida!

Quel Mare ha un suo linguaggio, ma talvolta si diventa sordi talvolta non si ascolta la voce della sua anima che è poi la nostra Coscienza...succede che ci si lascia distrarre da cose effimere o da falsi sentimenti, o emozioni, ci lasciamo trasportare dalle illusioni che indossano la maschera del sogno, egocentrici e folli rincorriamo la ricerca di una verità fasulla e ipocrita, vuota e sterile, si finisce per non riconoscere più i suoi messaggi vitali che vogliono metterci in guardia per non farci cadere in tranelli talvolta senza ritorno sporcandoci di putrida melma!

Si sceglie invece di volare incoscienti senza sapere quale sarà la mèta o il traguardo che talvolta altro non è che cadere nella fogna dove, ahimè dimorano spesso sciacalli dei sentimenti, il cui scopo primario della loro esistenza è uccidere i sogni altrui con inganno e senza scrupoli!

Io non permetterò mai, a nessuno, di uccidere i miei sogni!

Il mio Mare è in grado di mostrare anche la parte migliore di sé, sa essere dolce e premuroso, sa curare le mie ferite e dopo la tempesta sa ritrovare e regalare tutt’intorno una gran pace e quiete, sa consolarmi e incoraggiarmi, con tenacia mi stringe al suo grande cuore e mi sussurra “Sii sempre come l’onda del mare che pur infrangendosi sulle rocce trova sempre la forza per ricominciare”!

E io gli sarò sempre grata…



Un grazie speciale a Trilly e a Ghost!


venerdì 17 aprile 2009

Il Tempo per ascoltare la voce del Mare

lunedì 13 aprile 2009

Un Tempo per Rinascere..


venerdì 10 aprile 2009

Un Tempo per Tacere...