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Mi avvicino ad un mondo "privilegiato", quello della tastiera che imprime e lascia una seppure futile traccia di me attraverso un pc con pensieri-concetti-sensazioni-emozioni. Nel mio caso c'è da chiedersi se è il tempo che ci cambia o....ma a quanto pare il tempo è "fermo" o almeno è sempre lo stesso, siamo noi che passiamo davanti a questa meravigliosa e sconcertante realtà, siamo noi che camminiamo attraverso il tempo, percorrendo un viaggio avventuroso e ancora siamo noi che decidiamo se cogliere i frutti che ci offre con generosità e ricambiare con gratitudine!
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domenica 28 giugno 2009

Pensieri...

Ci ho provato, ho pensato...ma il rumore dei miei pensieri era troppo invadente(niente a che vedere col virtuale!)e non mi ha permesso di scrivere qualcosa da condividere con voi, che con affetto e stima mi seguite e lasciate una traccia importante del vostro passaggio!
Per questo mi scuso con voi, spero che capirete...
Ma come ha ricordato nel suo blog l'amica dark...Luna...voglio pensare che posso essere , ancora una volta, come "le onde del mare, che pur infrangendosi contro gli scogli trovano la forza per ricominciare!"
A tutti va il mio forte e leale abbraccio e un sorriso carico di amicizia!
Miriam

venerdì 19 giugno 2009

Pippi Calzelunghe


Ho attinto queste notizie da Internet, si certo, capisco...sarà per voi una lettura un po'lunga, ma spero che vi catturi allo stesso modo così come è capitato a me!
Da bambina andavo matta per questo personaggio...

Astrid Lindgren, autrice di "Pippi Calzelunghe" è la scrittrice svedese, scomparsa a 94 anni, inventò la sua storia più famosa per intrattenere la bambina ammalata. Scoprì così un secondo mestiere. E creò tanti altri libri di cui ha venduto ben 130 milioni di copie.

I Paesi nordici, da sempre terreno fertile per la letteratura per ragazzi, hanno dato vita a grandi autori. Quasi tutti hanno attinto dalla loro ricchissima riserva di tradizioni e folklore, producendo innumerevoli racconti di boschi, muschi e profumi della natura, mescolati a strane creature in miniatura che vivono seguendo bioritmi meravigliosamente naturali o conoscono segreti fatati.

Solo allo scoccare della metà del 1900 ecco irrompere in questo panorama letterario quieto e rassicurante, un personaggio assolutamente nuovo e rivoluzionario: si chiama appunto Astrid Lindgren, ha l’aspetto di una amorevole signora della media borghesia e comincia a scrivere quasi per caso. Da quel momento la sua vita è un susseguirsi di storie inventate e di premi conquistati. Più di 80 libri pubblicati, poi tradotti un po’ ovunque. Più di 130 milioni di copie vendute. Sono cifre ancora in evoluzione perché i suoi romanzi continuano a essere ristampati in più di 50 Paesi. I suoi lettori sono come rapiti dalla modernità del linguaggio e dalla carica di energia vitale che tutti, in un modo o nell’altro, trasmettono. Ma chi era questo turbine innovativo che ha invaso le librerie di Svezia dal 1944 in poi e subito dopo gli scaffali di tutto il resto del mondo?

Era una madre di famiglia, che aveva alle spalle un’infanzia serena e tranquilla, passata nella fattoria paterna nel sud della Svezia e un impiego da segretaria a Stoccolma. Fin qui nulla di strano, si direbbe. Eppure questa donna aveva qualcosa in sé che doveva esplodere prima o poi. «Scrivere era una delle cose che non avrei mai pensato di fare! Ricordo che a scuola mi chiamavano la Selma Lagerlöf di Vimmerby e questo mi dava particolarmente sui nervi», racconta lei stessa in un’intervista. «Fu una coincidenza, niente di più», dice ancora.

Ma le coincidenze o meglio i segnali del destino furono due, e molto ravvicinati nel tempo. Capitò infatti che la figlia Karin ebbe una brutta polmonite, nell’inverno del ’44. Astrid stava al suo capezzale e la intratteneva raccontandole delle storie. Si trattava delle avventure di Pippi Calzelunghe. Che nome bizzarro per una bambina del ’44: fu proprio la piccola Karin a suggerirlo, in fondo era una sua coetanea.

La seconda coincidenza fu che Astrid, quello stesso inverno, scivolò sul ghiaccio di un marciapiede di Stoccolma e fu costretta al riposo forzato per un brutto strappo alla caviglia. Seduta nel silenzio della sua casa le venne lo strano e inaspettato istinto di mettere nero su bianco la storia di Pippi. Doveva essere un regalo per il decimo compleanno di Karin. Da allora niente e nessuno la fermò più. I suoi libri invasero il mercato a macchia d’olio e la sua fantasia fu come liberata, lasciata a briglie sciolte. Pippi Calzelunghe, la prima delle sue creature, non era una bambina qualsiasi e la sua storia non apparteneva al genere realistico al quale gli svedesi erano abituati. Pippi è un personaggio sorprendente che dà voce a un nuovo mondo, o meglio, sconosciuto agli adulti di allora: l’universo dei desideri dei bambini. Pippi rappresenta e manifesta l’esigenza profonda dei bambini di allora di giocare e divertirsi. Proclama, nella sua eccentricità, che è giunto il momento, per gli adulti, di porsi in un atteggiamento educativo differente: il bambino deve essere il vero centro dell’interesse educativo, un bambino con dei bisogni e dei diritti da rispettare.

Al giorno d’oggi sembrano principi banali, ormai acquisiti dalla pedagogia moderna, ma allora, nel 1944, il bambino era ancora oggetto di educazione e non soggetto da educare. Ecco quindi le novità di Pippi: una bambina che vive sola, che è orfana di madre e ha un padre che va per mare. Sempre sola gestisce la casa e il denaro che le serve per vivere e affronta il quotidiano con la spontaneità e la vitalità che solo i bambini riescono ad avere. Pippi però non è un personaggio del tutto reale, ma una sapiente fusione tra realtà e fantasia: la bambina infatti è straordinaria, ha la forza di sollevare un cavallo e dice di aver girato il mondo, è generosa e sempre in atteggiamento positivo verso la vita e il prossimo. Vive secondo le sue regole, non frequenta la scuola e si rifiuta di essere accudita nella Casa degli Orfani.

Ma la sua trasgressione non è mai irrispettosa delle regole altrui. Pippi è estremamente gentile con i poliziotti che tentano di prelevarla, con la Signora Prusselius, la maestra del paese. Non ha l’aria di essere una rivoluzionaria, ma ha una forza positiva e vitale che sembra contagiare chi le sta attorno. Pippi rappresenta una invincibile forza della vita e insieme il desiderio di libertà che ogni uomo, adulto o bambino, nasconde dentro di sé. La sua vita è una continua trasgressione "gentile" alle regole degli adulti che Pippi, sorridendo, rimanda agli adulti, chiamandosene fuori in quanto bambina.

In un’intervista, infatti, sosteneva: «Io scrivo di quello che conosco: ho vissuto in una fattoria di campagna, sono figlia di un contadino e provengo da quel mondo in cui le donne non erano piccole e deboli appendici degli uomini, ma erano pienamente pari a loro, forti ed energiche…». Ed è proprio questa la vita di cui leggiamo nei suoi libri, un luogo nel quale i bambini sono liberi di esprimersi nelle forme che sentono di più e nel quale l’amicizia e il tempo passato insieme hanno grande valore.

In un’altra occasione la Lindgren spiega la sua capacità di narrare storie di bambini come se lei stessa fosse rimasta tale: «Scrivo sempre i miei libri pensando a me stessa bambina e man mano che la bambina cresce e muta di interessi, anche il mio stile, l’intonazione dei miei libri, i miei personaggi cambiano, si fanno più complessi».
Astrid denuncia la rigidità del sistema e la poca sensibilità del mondo adulto verso queste esigenze dell’infanzia. E la sua denuncia aveva ragion d’essere, perché la Convenzione per i diritti del fanciullo, adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni unite, è stata sottoscritta da venti Paesi, tra i quali la Svezia e l’Italia, soltanto nel 1989!

Concludendo il percorso professionale e artistico di questa grande scrittrice, la vediamo impegnata politicamente anche in prima persona per la difesa dei diritti dell’infanzia e degli animali. Nel 1987, per il suo ottantesimo compleanno, la Svezia diede il suo nome a una legge per la protezione degli animali. Un monumento la ricorda in un parco di Stoccolma e il suo sorriso "viaggia" sui francobolli svedesi da sei corone.

Astrid Lindgren è un personaggio nazionale che ha esportato quasi tutti i suoi libri, tradotti in più di cinquanta lingue, tra le quali il kirghiso, l’esperanto e lo zulù. Molti sono diventati film, telefilm, cartoni animati e perfino musical.

Nell'immagine vediamo Inger Nilsson, la Pippi del piccolo schermo con Astrid Lindgren.

Il primo dei 21 episodi del telefilm fu trasmesso in Svezia nelFebbraio 1969 e in Italia nel Settembre 1970.

Sono profondamente grata all'intuizione di questa splendida scrittrice, oggi più che mai, forse perchè lavoro con i bambini!

Un bacio a tutti i bambini ai quali dedico il video karaoke della canzoncina di Pippi.Mi auguro che si divertano a cantarla anche gli ex bambini!


sabato 13 giugno 2009

Il vaso di Pandora

"Nella mitologia greca, il vaso di Pandora è il leggendario contenitore di tutti i mali che si riversarono nel mondo dopo la sua apertura. Pandora (1882) di Jules Joseph Lefebvre.
Secondo il racconto tramandato dal poeta Esiodo ne Le opere e i giorni, il vaso (pithos, πίθος in greco antico) era un dono fatto a Pandora da Zeus, il quale le aveva raccomandato di non aprirlo. Pandora, che aveva ricevuto dal dio Ermes il dono della curiosità, non tardò però a scoperchiarlo, liberando così tutti i mali del mondo. Sul fondo del vaso rimase soltanto la speranza (Elpis), che non fece in tempo ad allontanarsi prima che il vaso venisse chiuso di nuovo. Prima di questo momento l'umanità aveva vissuto libera da mali, fatiche o preoccupazioni di sorta, e gli uomini erano, così come gli dei, immortali. Dopo l'apertura del vaso il mondo divenne un luogo desolato ed inospitale finché Pandora lo aprì nuovamente per far uscire anche la speranza.
Con il mito del vaso di Pandora la teodicea greca assegna alla curiosità femminile la responsabilità di aver reso dolorosa la vita dell'uomo: per questo motivo il personaggio di Pandora non è dissimile da quello di Eva nel mito biblico della Genesi.
Oggi l'espressione vaso di Pandora viene usata metaforicamente per alludere all'improvvisa scoperta di un problema o una serie di problemi che per molto tempo erano rimasti nascosti e che una volta manifesti non è più possibile tornare a celare"(Da Wikipedia, l'enciclopedia libera).
Si dice che la curiosità è "donna", ma pensate che sia così semplice e risolutiva la questione?
Io ho una mia "idea" a riguardo, ne vogliamo parlare? Vi aspetto...
Buon fine settimana a tutti!
Miriam


sabato 6 giugno 2009

Sassolini di mare

Mi sono sempre piaciuti i sassolini di mare, da piccola mi divertivo a cercarli tra le conchigliette e la sabbia dorata e nel raccoglierli stavo attenta a trovare le forme più strane e levigate, mi entusiasmavo quando trovavo colori nuovi che andavano dal grigio perla ai caldi Terra di Siena, dai gelidi e bianchi marmorei ai neri spruzzati di varie sfumature che ricordano preziose gocce di durissimo granito, poi gli ocra i nocciola/cioccolata, ma ogni volta, prima di metterli nel secchiello li stringevo forte forte tra le mani, annusandoli per sentire e fissare nella mente tutto il profumo del mare.
Un pomeriggio d'inizio Maggio, mentre si attendeva l'imminente arrivo dell'Estate, passeggiavo in riva al mare in compagnia dei miei nipotini, la bambina ha quattro anni e il fratellino sei anni e ho potuuto osservare che anche loro amano fare la raccolta dei sassolini di mare, esattamente come facevo io alla loro età! Quando sono in loro compagnia mi dimentico dei miei dati anagrafici e inevitabilmente e con mio grande divertimento, ogni volta devo collaborare e così, quel giorno, tra un passo e l'altro, mi chiedono il parere e l'approvazione per la scelta di un sassolino piuttosto che di un'altro, abbiamo anche inventato una piccola storia che via via andava perfezionandosi man mano che venivano nuove idee in base alla forma dei vari sassolini e del loro specifico colore.
Alla fine della passeggiata, i sassolini vengono portati nella villa poco distante, ripuliti dalla sabbia e sistemati dentro barattolini o bottigliette di vetro dove si possono aggiungere e ravvivare con margheritine del giardino o altri fiorellini selvatici. Il risultato finale è davvero sorprendente, la mia nipotina va fiera delle sue(e nostre) "creazioni", dalla trasparenza del vetro s'intravedono le varie tonalità cromatiche e le varie rugosità , mentre ultimiamo le composizioni lei si diverte a farmi da mammina e dirmi "no, così no, è meglio così!". Insomma è un po' pignola la mia bimba creativa, chissà magari un po' mi somiglia...
Quando tutti i sassolini hanno trovato dimora nei barattolini, sistemiamo la composizione sul tavolo bianco rotondo, quello che mette allegria e buon umore perchè accoglie le merende dei piccoli e vede noi grandi uniti da simpatiche e festose chiacchierate, qui amiamo sostare a lungo per sorseggiare un buon caffè e gustare qualche buon dolcetto casalingo.
Ora quei sassolini formano un allegro e simpatico centro-tavola e mentre guardo quei sassolini penso alla storia di ognuno, a quanto ha dovuto lavorare il mare per levigare e dare a tutti una forma diversa...eh già, sono davvero tutti diversi, nessuno è simile ad un altro, eppure si completano a vicenda e sembrano farsi compagnia, quasi quasi sembra di sentirli respirare e se potessero parlare sicuramente non mi stancherei di ascoltare per ore e ore la loro vera storia per carpirne il segreto che alimenta la loro tenacia e la pazienza per aver atteso con fiducia che il mare col suo movimento, completasse la sua meravigliosa opera, quella di dare a ognuno la propria essenza!