
Ho letto e riletto le mie parole, che trovo ogni volta un po’ strane... un po’ mi spaventano, è come se quei concetti e quei pensieri durante il passaggio da me alla scrittura subiscano una mutazione o una metamorfosi anomala, assumendo le caratteristiche di un’altra identità o di un’altra persona. Arrivo a sfiorare quasi la sensazione di non riconoscermi attraverso le parole scritte da me stessa!
Nel "lavoro" di replay ho cercato soprattutto di affinare l’attenzione per migliorare il contatto e riflettere attraverso i commenti e le emozioni di Franca, Paola R., Giulietta(SS), Michele, Katy, Giulia & Roberto che hanno voluto regalare con generosità, rispecchiandosi in quel preciso contesto. Con gioia e stupore ritrovo oggi, grazie a loro, il filo originario del mio esserci anche oggi attraverso questo blog, fortemente voluto dal caro Ghost… Finalmente si apre un altro luminoso varco, scopro nuove perle preziose perse durante quel particolare "tirocinio" e nella "conduzione" di quel favoloso blog, rivaluto nuovi spunti e strategie per affinare il mio sguardo fuori e lontano da me stessa!
Attraverso le loro parole ritrovo le mie : “Sappiamo guardare negli occhi l’emozione?”, “Annego ipnotizzata nello sguardo del bimbo ed è dolce naufragare in questo mare”, “Forse ciò che mi fa paura è leggere l’assenza della speranza nelle persone”, “Può accadere. Un secondo. Due sguardi che si specchiano in un attimo di reciproca lettura-scrittura e, indelebile, permane la traccia di un incontro”, “Lo sguardo che più mi inquieta è quello che non vedo: il mio sguardo visto dagli altri”, “Purtroppo c’è anche chi male interpreta uno sguardo…e io ne approfitto”.
Spesso, travolti da un miliardo di situazioni, siamo in grado di vedere solo il nostro sguardo egocentrico e ahimè, infantile…proiettato egoisticamente dentro noi stessi, diventando incapaci di scoprire e soffermarci sulla bellezza dello sguardo di chi ci circonda e aspetta da noi un semplice ma efficace e grande segnale : capire se ci siamo oppure no.