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Mi avvicino ad un mondo "privilegiato", quello della tastiera che imprime e lascia una seppure futile traccia di me attraverso un pc con pensieri-concetti-sensazioni-emozioni. Nel mio caso c'è da chiedersi se è il tempo che ci cambia o....ma a quanto pare il tempo è "fermo" o almeno è sempre lo stesso, siamo noi che passiamo davanti a questa meravigliosa e sconcertante realtà, siamo noi che camminiamo attraverso il tempo, percorrendo un viaggio avventuroso e ancora siamo noi che decidiamo se cogliere i frutti che ci offre con generosità e ricambiare con gratitudine!
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sabato 29 gennaio 2011

Casa dolce casa!

 Nella mia raccolta-immagini questa (autore Jacek Yerka) è  una di quelle che mi fanno impazzire! Una casa...la casa, come quella che si sognava da bambini, se ci penso mi viene da sorridere, di sicuro l'entusiasmo e la fantasia non mancava...nel mio immaginario non esisteva la "casa-castello-o-villa-da-super-ricchi", a pensarci bene, mi sembra di ricordare che nei miei giochi simbolici che condividevo con le altre bambine come me e con le amichette del vicinato, c'era una casa fuori dal comune e da ogni schema, senza asfalto nero intorno e senza muri freddi e asettici o mattonelline bianche in ceramica, insomma la mia idea di "casa" è sempre stata fuori dal "normale". Si finiva per progettare e costruire questa  casa con pezzi di cartone e scatoloni, tendine riciclate, avanzi e ritagli di stoffa casalinghi, vecchi cuscinetti delle bambole e quant'altro che servivano per arredare il nostro rifugio-casa, ma dovevo sempre chiedere  il permesso e in prestito(supplicante) dei vari oggetti, a mia madre...
Chi di noi non ha giocato nell'età infantile alla "costruzione" della propria casa?
Che bellezza!!!
Ora che lavoro con i bambini ritrovo quel sorriso dentro di me e mi rispecchio nelle loro sensazioni mentre propongo loro "disegnamo la casa" o costruiamo la tua casa dei sogni con quello che c'è nella palestra psicomotoria, rivedo una parte di me bambina "spensierata" mentre giocavo e allontanavo piccoli e impertinenti fantasmi, impalpabili o reali paure infantili o piccole ansie trasmesse(chissà perchè....) dal mondo degli adulti!
Nella "mia" casa potevo proteggermi da ciò che mi opprimeva e finalmente potevo liberare la fantasia e volare in alto senza paura di cadere e farmi male, trovavo i miei confini corporei e scoprivo  il mio spazio-tempo, riuscivo a catturare i miei colori-arcobaleno e  rendevo reali i miei suoni e musiche primordiali, esattamente come ora mentre guardo l'immagine del post e ne catturo la magia e la poesia, ora come allora sono ancora in grado di sentire il profumo di quel grano maturo che abbaglia la vista con il suo giallo-oro e il tempo diventa per incanto senza tempo...
Peccato che nella realtà sono ancora in cerca della "MIA" casa...non si finisce mai...e per voi com'era la vostra casa dei sogni ?

26 commenti:

Francesca ha detto...

la mia casa dei sogni era piccola, anzi piccolissima... più che una casa un nido! Forse perchè nell'infanzia ho sempre cercato quel calore che mi è mancato, quella coccola delicata che anelavo ma che non ho mai avuto.
E poi era di legno con tanti cuscini e calde coperte. La rivedo e torno a sognare.
Un abbraccio
Francesca

Clara ha detto...

Ciao Miriam. La mia casa ideale è acqua e vento. Niente porte, finestre ma uno spazio aperto affacciato sull'acqua o nel verde di una risaia, con teli colorati come porte. Nient'altro, pochi mobili, costruiti a mano, e tanto amore! Un saluto da Bombay

Vincenzo Iacoponi ha detto...

Mi permetto di entrare nel tuo blog per questa immagine di casa, che mi ha riportato alla memoria la prima traccia che ho dato delle mie capacità artistiche.
Come tutti i bambini da che mondo è mondo, anche io quando facevo un disegno mettevo come soggetto la casa e i miei genitori, solo che la mia casa era al centro del foglio, vista di tre quarti e con una prospettiva un po' a volo di uccello, e i miei genitori si muovevano, cioè li avevo colti in un movimento e non fermi come antichi dipinti egizi, e coi piedi che non toccavano la base del foglio.
Un amico di mio padre, pittore che insegnava all'accademia d'arte di Roma, venuto a casa nostra vide sto quadruccio che mia madre teneva appeso. Capì di chi fosse e chiese a papà:
-Quanti anni ha tuo figlio?
-Due e mezzo.
-E fa sta roba? Devi lasciargli studiare pittura, perché è notevole quanto lui fa.
Naturalmente non ho mai frequentato l'accademia d'arte, ma ricordarmi di quel disegnino mi ha fatto rinverdire.

Gabe ha detto...

una casa su un albero mi ricordo da bambina quando......
grazie per questo piacevole momento, ciao!

Unknown ha detto...

Ciao cara...

Non ricordo da bambina quale desiderio coprisse la voglia da adulta d'avere una casa e come.

Ora però mi dico che la casa più bella che tutti noi abbiamo è...la nostra materna ANIMA!

BACIIIIIIII...tantisssssssimi! NI

Miriam ha detto...

@Cicabuma
La grandezza della casa ha la sua importanza...chissà che anche questo particolare non abbia un significato profondo, si sa poi che i bambini respirano le emozioni ma anche e i comportamenti degli adulti e "traducono" tutto attraverso il gioco simbolico, per te probabilmente è stato così, mi spiace davvero che la tua infanzia sia stata priva del calore che ogni bambino ha diritto di avere intorno a sè!
Sai provo a immaginare la tua casetta di legno con tanti cuscini e calde coperte e sento il calore che invece riesci a trasmettere con le tue parole e le tue sensazioni!!!
Ti abbraccio forte forte, a presto!

Miriam ha detto...

@Clara
Bellissima la tua casa ideale, dalla tua dscrizione è facile sognare di entrare anche nella tua casa e visitare il tuo spazio aperto senza confini e limiti, mentre il vento gioca e crea movimento fra i drappi colorati(immagino che siano di seta pura!), tra un finestra e una porta scorrono i pensieri e le risate spensierate, permettendo a chi vuole di farti visita, mentre tu, gentilmente hai preparato un buonissimo thè da consumare in tua compagnia e lo hai adagiato su quel bel tavolino rustico in legno di bambù!
Ciao Clara, grazie per avermi invitato nella tua casa ideale!!!

Miriam ha detto...

@Vincenzo Iacoponi
Prego! Accomodati nel mio blog, anzi ti dò il benvenuto a bordo, è sempre un piacere ricevere nuove visite e condividere con nuovi blogger, ricordi e sensazioni!
Hai ragione, il disegno è per il bambino UNA TRACCIA, una testimonianza della sua evoluzione, spesso rappresenta un linguaggio o una comunicazione del suo "sentire" e "percepire" ciò che lo circonda, ma è anche ascoltare e manifestare il suo mondo inconscio, le sue paure e le sue gioie.
Certo che fare un disegno come quello che hai descritto a soli due anni e mezzo è davvero speciale se si considera che i testi ci dicono che il bambino inizia la sua rappresentazione grafica molto precocemente ma che dai "zero ai tre anni" è caratterizzata dalla fase dello scarabocchio...Ma poi com'è andata a finire con la tua capacità grafica, non l'hai alimentata nel tempo, a parte l'Accademia d'Arte?
Sono contenta tuttavia che il mio post ti abbia "fatto rinverdire", ciao, alla prossima, siamo qui!

Miriam ha detto...

@Gabe
Mi sarebbe piaciuto leggre qualcosa della tua casa dei sogni...
Grazie a te per aver condiviso!
Baci!

Miriam ha detto...

@"bear's house"
Penso che anche per il bambino avere la sua casa rappresenta trovare le sue radici, la sua essenza....la sua ANIMA, come dici tu!!!
Molte volte, da adulti intendo dire...possiamo anche avere la nostra bella e "solida" casa ma poi quella costruzione non ci appartiene veramente, non ci stiamo affatto bene, non fa per noi...ci sentiamo stranieri o peggio ancora ospiti...forse perchè in quel luogo la nostra anima o il nostro essere profondo, non trova il suo SPAZIO naturale!
Ma qui se non chiudo ne viene fuori un altro post....(chissà...)
Ciao mia cara, ti mando un abbraccio fortissimo!

Vincenzo Iacoponi ha detto...

Ho cercato di esprimere tutto ciò che sentivo dentro con tutti i mezzi a disposizione delle mie capacità e attitudini naturali: dipingo da quaranta anni; la mia professione è stata Bühnenmaler, che in italiano si traduce con scenografo realizzatore, cioè pittore di scena, ma ho lavorato quasi esclusivamente in Germania dove attualmente vivo; ho scritto e scrivo racconti e romanzi.
Non sempre si riesce ad esprimere l'infinito dello spirito, del proprio spirito, solamente con colori e forme oppure solamente con parole, ma con entrambi io ci riesco al meglio.
Ciao, alla prossima.

Miriam ha detto...

@Vincenzo Iacoponi
Permettimi di provare un pizzico di sana e innocua gelosia per la tua professione, sei stato uno scenografo, che meraviglia! Io ho fatto il Liceo Artistico perchè i miei sogni erano tutti propensi a seguire la stada dell'Arte...neanche io ho fatto, anzi, potuto fare l'Accademia di Belle Arti...discorso lungo...mi sarebbe piaciuto fare (guarda un pò...)Scenografia o Pittura, curiose queste coincidenze!
Nel frattempo le strade della vita mi hanno fatto prendere altre strade, cercate e fortemente volute, l'importante è come dici anche tu, esprimere al massimo se stessi e forse nel mio lavoro di Terapista, ho modo di mettere in pratica anche molti sogni e (chissà...) far sognare qualche bambino e qualche mamma!
Ciao, spero di ricambiare presto la tua visita nel tuo blog!!!

Sonia Ognibene ha detto...

La sognavo proprio in cima ad un albero, con pochissimi oggetti, ma in piena solitudine, anche se sola non ero perché avevo i miei libri, o al massimo con la mia amica del cuore.
Ma a casa non c'era un albero, allora andavo sul terrazzo e dal muretto, a cento metri in linea d'aria, vedevo degli alberi di ulivo e pensavo che oltre quel muretto c'era un altro mondo fatto di silenzi e nessun odio.
Ogni volta che mi capita di tornare nella mia città e di passare davanti a quella vecchia casa (ora ristrutturata e bellissima) penso che da quel muretto non sarebbe più possibile vedere neppure quegli alberi. Ci sono palazzi, palazzi e ancora palazzi... ecco perché sono andata altrove e anche se, come te, non ho ancora la mia casa perfetta, ho la mia locanda che è davvero il luogo dei miei sogni.
Un abbraccio, Miriam, e grazie per avermi fatto riandare indietro nel tempo.

Miriam ha detto...

@Sonia Ognibene
Ripercorrere a ritroso tappe evolutive della nostra vita, in questo caso dell'infanzia, a mio modesto avviso può essere utile per focalizzare l'attenzione su determinate sensazioni e vissuti che hanno poi caratterizzato la crescita personale di ciascuno, soprattutto a livello emozionale e di relazione col mondo circostante. Il gioco e la rappresentazione simbolica è per ogni bambino l'espressione più alta dei suoi desideri, compresi quelli più inconsci e a lui inacessibili e sconosciuti.
Anche tu cara Sonia metti in evidenza un punto molto imortante della vita infantile: la solitudine!
Il desiderio del bambino di creare uno spazio vitale intorno a sè, dove potersi ascoltare e lasciare fluire le sue sensazioni ed emozioni è indispensabile, peccato che molti genitori e molti adulti (in generale)tendono a contrastare questi momenti preziosi di individualità dei loro piccoli, spesso vengono dissuasi e sempre di più si tende a "bollare" questa necessità del bambino come sintomo di un possibile campanello d'allarme per un ipotetico diturbo comportamentale....e io assisto quotidianamente per via del mio lavoro, a scene di ogni tipo...
Naturalmente senza generalizzare nè in un senso nè nell'altro, penso che ci vuole un'elevata sensibilità nell'affermare determinate ipotesi...
Mentre leggevo la tua esperienza anch'io mi sono affacciata da quel muretto....il panorama era davvero incantevole, soprattutto verso sera i colori del tramonto sono incantevoli tutt'oggi, grazie a te ho visto paesaggi diversi e affascinanti!!!
Bacioni!

DarkLuna ha detto...

Io provo a giocarci ancora... arghhhhhh!!!! Come vorrei tanto trovarne una, di casetta!!! Da piccola costruivo capanne con le coperte... e sognavo le case dei vips... con le piscine, le fontane, la palestra dentro, le vasche idromassaggio, i letti a baldacchino... e sognavo la tata, la governante ed il maggiordomo... Ogni tanto, lo faccio ancora questo sogno... ma mi accontento di tre vani con un terrazzo, anche da ristrutturare, va bene lo stesso...

Miriam ha detto...

@DARK-LUNA
Ma che bella la tua casetta MORBIDA fatta solo di coperte! Mi verrebbe la voglia di fantasticarci e di raccontarti la mia sensazione mentre immagino quella bimbetta vivace dai tratti mediterranei e dai capelli corvini che si diverte in quel suo spazio-gioco, inventa storie e personaggi, crea dialoghi fantastici e magici!
La morbidezza delle pareti della tua casetta mi fanno pensare ad una bimba che ha sempre amato i suoi confini corporei avvolti e protetti da tanti desideri di coccole e amore, ma sia ben chiaro questa è solo la mia sensazione personale, la sento molto rassicurante e piacevole!
Chi da piccolo non giocava sotto le coperte e si divertiva a vedere la luce filtrare tra le trame lanose e fingeva un'improvvisata e maldestra fuga o un nascondiglio per sfuggire alla mamma o a un fratellino o alla sorellina, anche tu?
Penso che di questi tempi il tuo "tre vani con terrazzo" non siano da buttare via, il resto compreso il calore e la morbidezza all'intreno del tuo spazio abitabile , sia qualcosa del tutto personale e assolutamente spaciale!!!
In bocca al lupo per tutto!!!
E' stato molto bello per me, giocare con l'immaginazione, dentro la tua dolcissima capanna morbida di sole coperte, ciao Luna(oggi ti sento così!)

Anonimo ha detto...

Non so come, non ero mai entrata nel tuo blog, che è bellissimo.
Da bambina sognavo una casa piccola, piena zeppa di libri, li mettevo anche sul soffitto e per cibo c'era un ripostiglio con panini al prosciutto o con la cioccolata. Un rifugio dolcissimo, non ci facevo entrare neppure le bambole. Più tardi, vero gli 8 anni, con amici, costruimmo realmente una capanna con delle canne. Ovviamente avevamo trafugato anche coperte e qualche tegame...
Ciao, sono lieta di averti conosciuta!
Lara

Miriam ha detto...

@estateincantata
Grazie per i complimenti e benvenuta a bordo,il tuo nome non mi è nuovo...Sono lieta di condividere questo post anche con te!
Curioso e interessante come ogni bambina e ogni bambino ha costruito nella sua infanzia il suo rifugio-casa-capanna e come ognuno ha dato agli oggetti per "arredare" quello spazio privilegiato, priorità e ruoli differenti!!!
Tu, addirittura lasci fuori dalla tua "casa" anche le BAMBOLE, elemento/giocattolo quasi insostituibile nel gioco simbolico femminile! Molto interessante.
Probabilmente se ti avessi chiesto di entrare nella tua casa anch'io non avrei potuto varcare la soglia e seguendo il tuo remoto spazio-tempo e la traiettoria della fantasia, nella tua casa colma di libri e di sapere non c'è spazio per estranei, semmai oggi potrei azzardare una capatina nella tua pausa-gioco, per gustare e rubacchiare i tuoi deliziosi panini al prosciutto e la cioccolata di cui parli...
Ciao e buona giornata!

Anonimo ha detto...

Ciao Miriam,anche se non ti lascio spesso dei commenti sappi che ti seguo sempre con molto piacere...Ah la casa dei sogni...penso di averla progettata nella mia testa in ogni suo minimo dettaglio da tempo immemorabile...allora deve essere ecologica,con delle grandi vetrate,cucina e salone non divisi per poterne ricavare uno spazio immenso,3 camere con bagno annesso,mansarda da arredare come studio+stanza ospiti,rinuncio alla taverna,ma la sala lavanderia deve essere capiente,garage x 2 laterale,un bel giardino con un bel portico,poi ci metto due cani,due bambini(Ginevra o Agata devo ancora decidere e Matteo)e un bel marito...
e poi in sottofondo la musica I sogni son desideri...un abbraccio

Miriam ha detto...

@Eva Q
Vedo che hai le idee molto chiare riguardo alla tua casa dei sogni da abitare nella tua vita futura spero per te, imminente, così come desideri!....
Ma la tua casa dei sogni, quella piccolina o grande che fosse, quella che hai costruito con le tue manine e ti ha accompagnata nella tua vita infantile e di fantasia, quella che da bambina ti ha permesso di far volare liberamente la tua creatività con i personaggi che ruotavano e hanno abitato il tuo spazio-gioco, molti magari immaginari altri reali, com'era quella tua casetta?
Un abbraccio per i tuoi sogni!!!!

elena fiore ha detto...

Casa dolce casa: sacrosante parole.
La mia casa dei sogni direi che ce l'ho: niente di che, nessun lusso o chissà che, ma è sempre un piacere ritrovarla ad accogliermi con il suo calore :-)
Bacionzo, ciao
e°*°

Marina Spada ha detto...

Ciao Miriam,
non sai quante volte da piccola ho desiderato avere una casa sull'albero.
Io abitavo in una casa con giardino e con l'orto che mio nonno curava con molta dedizione.
Quando il tempo lo permetteva passavo ore ed ore arrampicata sui rami di un grande albicocco e avrei voluto tanto poterci costruire una piccola piattaforma, ma le mie richieste purtroppo non sono mai state esaudite.
Sono passati tanti anni e l'albicocco non c'è più, ma i ricordi di quand'ero una bimba spensierata sono ancora impressi nel mio cuore.
Grazie per avermi dato l'opportunità di tornare indietro nel tempo.
Baci,
Marina

Miriam ha detto...

@elena fiore
Ma io la tua casa-dolce-casa la conosco, eh si mia cara, anzi, volevo dire che ricordo bene quel tuo post dove hai pubblicato quelle belle immagini della tua casetta...e meno male che è "niente di che"...è troppo carina e rispecchia il tuo animo sensibile!!!
Bacionzo ricambiato, ma la tua casetta di bimbetta com'era?

Miriam ha detto...

@marina spada
Che bello il tuo ricordo di casa fantasticata da piccolina, gli alberi di albicocche sono molto belli e i suoi frutti sono ricchi di profumo, anche i miei nonni avevano un terreno con alberi di albicocche e fichi e per noi bambini era una festa andare a raccogliere quei frutti direttamente dai rami stracarichi!!!!
Peccato per te, che i sogni dei bambini non sempre vengono ascoltati dai grandi e il più delle volte non vengono presi in considerazione...In compenso sei stata fortunata ad abitare in una casa con giardino e ad aver avuto un nonno che amava coltivare e curare l'orto, chissà che meraviglia!
Grazie a te per avermi resa partecipe dei tuoi ricordi e aver condiviso con dolcezza i miei!!!

DarkLuna ha detto...

biii! Tesoro! Purtroppo i tre vani con terrazzo sono ancora un sogno e sto vigile, alla ricerca continua... Da piccola...hmhmhmhmhm mi hai dipinta molto bene, complimenti! Le case fatte con le coperte le costruivo nel terrazzo di mia nonna, le appendevo nei fili e dentro ci mettevo i mobili (uhauahauahua povera nonna, le smontavo una casa) Mi hai fatto venire in mente un altro gioco che facevo spesso, dentro le capanne... Facevo l'imprenditrice... inventandomi un ristorante (i piatti erano sempre quelli di mia nonna) ci mettevo l'acqua e la mischiavo con la terra (che era il piatto forte del locale!)mio fratello, più piccolo, era il mio dipendente....o il mio cliente...CHE RICORDI! Mi hai fatto fare un giro nella memoria.....

Miriam ha detto...

@LUNA-DARK
...pensavo che il tuo "tre vani con terrazzo" fosse una realtà...ma dai, vedrai che prima poi poi salta fuori l'occasione che stai cercando!
MI STAI FACENDO MORIRE DAL RIDERE CON I TUOI RACCONTI!!! IMMAGINO LA GIOIA DI TUA NONNA....bè per quella tua ricetta(che bontà...), ricordo che anch'io mi divertivo a creare intrugli buonissimi, se ci ripenso...
Eppure in quei giochi simbolici tutto era così vero e importante, quei ruoli erano assolutamente ricchi nella loro genuina spensieratezza c'era racchiuso tutto il nostro mondo!
Ciao Luna, ti mando un abbraccio fortissimo!

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