Vorrei parlare del mondo femminile, più precisamentemi mi riferisco a quell'Universo che si chiama Donna.
In questo caso affianco un'immagine dove ognuno può leggere e trovare diversi spunti, dove più di qualcuna può cogliere qualche nota di similitudine con se stessa.
A tale proposito mi piace usare come metafora, il racconto delle avventure di Alice nel paese delle meraviglie, spesso contratto in Alice nel paese delle meraviglie, titolo originale Alice's Adventures in Wonderland, un'opera letteraria pubblicata per la primissima volta il 4 luglio 1865 scritta dal matematico e scrittore inglese reverendo Charles Lutwidge Dodgson, sotto il ben più noto pseudonimo di Lewis Carroll.
Il racconto è pieno di allusioni a personaggi, poemetti, proverbi e avvenimenti propri dell'epoca in cui Dodgson opera e il "Paese delle meraviglie" descritto nel racconto gioca con regole logiche, linguistiche, fisiche e matematiche che gli hanno fatto ben guadagnare la fama che ha.
Il racconto è pieno di allusioni a personaggi, poemetti, proverbi e avvenimenti propri dell'epoca in cui Dodgson opera e il "Paese delle meraviglie" descritto nel racconto gioca con regole logiche, linguistiche, fisiche e matematiche che gli hanno fatto ben guadagnare la fama che ha.
La storia prende il via il 4 maggio (giorno del compleanno di Alice Liddell); Alice, una bimba di sette anni, annoiata e frastornata dal caldo primaverile, vedendo un Coniglio Bianco col panciotto che borbotta fra sé "è tardi, è tardi!" lo insegue nella sua tana. Così cade letteralmente in un onirico mondo sotterraneo fatto di paradossi, di assurdità e di nonsensi. Nella sua caccia al coniglio le accadono le più improbabili disavventure. Cresce fino a raggiungere dimensioni assurde; incontra frotte di animali quasi affogati nelle sue stesse lacrime, rimane intrappolata nella casa di un coniglio; incontra bimbi che diventano maiali, gatti che ghignano e svaniscono, partecipa a tè senza fine, gioca a croquet con un mazzo di carte per poi trovarsi a testimoniare nel processo al Fante di Carte che aveva rubato delle torte che in effetti erano lì…In seguito Alice viene processata e condannata dopo aver testimoniato e prima che la decapitassero...si sveglia.
Fine del racconto. Almeno per quanto riguarda il racconto...
Concludo ponendomi una domanda :
Ma noi donne quand'è che apriamo gli occhi e usciamo dal mondo onirico per dare un senso al non-senso che abbonda intorno a noi e guardiamo in faccia la realtà, riconoscendola per quello che è veramente, abbracciandola senza rinnegarla invece di cullarci/rifugiarci in falsi modelli o pseudo tipi di realtà?
12 commenti:
Bè....cara Miriam....io posso parlare per me....per il mio essere.....il mio vissuto....
io ne sono uscita molto presto da quel mondo...o forse non ci sono mai entrata.....chissà, magari è stato un bene....almeno non dovrò svegliarmi all'improvviso e rendermi conto che fino a quel momento non avevo ben visto la realtà....per altro, mi sforzo di rifugiarmi in qualche scenario onirico...ma devo ammettere che i risultati sono molto scarsi......
In generale, credo che "le donne" siano speciali anche per questa evasione che le caratterizza...."evasione" dimora di cotanta sensibilità che non trova posto nel duro mondo.....
un bacio.
alice, non è tra i racconti per bimbi che mi piacciono di più....forse perchè per carattere sono concreta e poco incline ai sogni....
Buona giornata
Cara Dark, accolgo il tuo pensiero e la tua esperienza con molto piacere, anche perchè sei la prima a farlo!
Con questo post ho voluto creare un presupposto di sana provocazione, per portare chiunque ne ha voglia ed esigenza, a interrogare e analizzare meglio se stesso/a, scrutare e accogliere quell'area personale che soccombe al "sonno" che spesso risiede, ma non solo, nell'inconscio.
Il riferimento onirico legato alla metafora della fiaba, trova la sua spiegazione non attraverso le fasi del sonno/sogno come attività mentale che ha luogo durante l'atto del dormire, la cui natura è stata descritta e studiata in numerosi studi clinici e di laboratorio(teorie psicoanalitiche etc.), bensì il mio intento è, ancora una volta, capire in primo luogo partendo da me stessa, il come e il perchè noi Donne siamo così coinvolte o ci lasciamo sconvolgere, perdendo anche il contatto con noi stesse in un fantasticare che ci allontana e distoglie dalla realtà in modo non del tutto innocuo per noi stesse e per chi ci sta vicino.
Talvolta ci si ritrova davanti a grandi errori di valutazione di noi stesse come entità umana e spirituale e di conseguenza siamo portate a valutare chi asseconda attraverso modalità di seduzione (non sempre in modo leale e sincero)che nascondono altri fini, questo nostro importante e magnifico desiderio di elevarci e prendere le distanze dalle brutture e dalle grandi solitudini dell'animo, attraverso la fantasia, il romanticismo, la poesia, l'arte.
Sin dal primo giorno che siamo venute al mondo,(mi riferisco molto alla mia esperienza personale), siamo state investite da grandi aspettative nei nostri confronti, si è pensato (ma tutt'ora è così)che in quanto"femmine" la nostra vita doveva "rientrare" in determinati schemi e regole, prime fra tutte la nostra vita doveva essere l'esempio cristallino di serietà e rigore,caratterizzata dalla maturità nei comportamenti e nei pensieri, il tutto fondato su sani principi di buona educazione e sottomissione,con grandi e pesanti condizionamenti fondati sulla razionalità guardando con sospetto e diffidenza al desiderio primario di fuggire e rifugiarsi nel "sogno".
L'ideale sta nel trovare nella vita adulta un equilibrio tra queste componenti, interiorizzarle senza andare a discapito l'una dell'altra.
Naturalmente questo lo si comprende dopo solo aver preso grandi batoste e forti delusioni e dopo che finalmente, siamo riuscite a dare alle nostre emozioni il giusto peso e spessore, tenendo aperta la finestra verso la realtà, senza uccidere o mortificare il sogno e l'entusiasmo di volare e cadere in un inferno che all'apparenza ci era apparso come un bellissimo giardino ricco di amicizia e dolcezza e ferirci, in tal caso, in modo irrimediabile .
Non potrei rinunciare al sogno che concepisco come trampolino di lancio per arricchire e dare più gusto al mio vivere quotidiano e razionale, a patto che non diventi una vana fuga dalle responsabilità che aspettano da me risposte concrete e leali.
Un caro abbraccio, come sempre!!!
Miriam
Buona giornata Signora in rosso, ognuno di noi ha le sue preferenze riguardo alle favole e ai racconti e quasi mai, la scelta è casuale.
Io come te, sono o almeno così penso di me...con un carattere "concreto", ma ciò non toglie e non mi vergogno di affermarlo,che sono fortemente innamorata del "sogno". Diversamente non saremo qui a scrivere e racconatrci, non credi?
Un caro saluto e grazie per il tuo commento!
Molto lieto di seguire il tuo blog cara Miriam,e stato uno di quelli che più mi anno colpito,il mio cane?....e un furbacchione!! Ti aspetto anche io con un tuo pensiero,anche perchè io non sono tanto portato per la poesia scritta,io sono più per la poesia in azione come la fotografia. Ciao Miriam ....in bocca al lupo per il lavoro che fai ad aiutare la gente che ha bisogno. Ti aspetto sul blog ciao ciao!!!
Benvenuto Claudio, grazie per la visita!
Quand'è che finiremo di sognare? Forse mai, perchè il sogno a volte aiuta ed esorcizzare la realtà spesso dura. Con questo non voglio dire che non dobbiamo aprire gli occhi sul nostro quotidiamo, anzi: essere realisti è necessario. Ma il sogno, che io interpreto anche come gioco, ci accarezza un pò e ci fa sorridere.
Buon week-end Miriam.
Ciao Angelo azzurro, sognare va bene, anzi va benissimo ma avendo ben chiara la consapevolezza della natura del nostro sogno, per poter fare una valutazione e tornare serenamente sulla terra ferma.
Non credo di aver mai detto che è meglio smettere di sognare!
A presto e buona serata!
Tesoro...ho letto soltanto adesso la risposta al mio commento......
E mi piace molto ciò che hai scritto.....oltre a concodare parecchio....
Io ho colto subito la tua provocazione, anche perchè credo, ormai, di aver capito, almeno un pò come sei ...e riconosco i tuoi "sottili tra le righe".....in fondo la nostra amicizia è cominciata così, ricordi?
con provocazioni....
A parte ciò, il tuo modo determinato di scrivere mettendo dentro la finestrella che lasci aperta per farci entrare ed uscire liberamente come ci piace e ci pare, trovo sia una grande opportunità che dai ai tuoi lettori (me compresa) e rendi, per questo, un soggiorno molto piacevole questo nel tuo blog.......
PS: sono sempre con te, un abbraccio grande grande!
Cara Dark, si è vero, abbiamo iniziato a "conoscerci" e confrontarci attraverso le sane provocazioni, ricordo molto bene...è stato anche divertente, non trovi?
Mi fa piacere e mi è di grande incoraggiamento leggere il tuo pensiero, è vero lascio libere le persone di entrare nel mio blog ma anche di uscirne qualora lo ritengano opportuno!
Anch'io ti sono vicina e ricambio con affetto l'abbraccio!!!
A presto...
questo lo avevo perso!!!
molto sottile come similitudine...credo tu capisca miriam ! e molto bella!
devo dire che è vero dal male spesso si riesce a far nascere qualcosa di bello....
amicizie per esempio....solidarietà e soprattutto comprensione.
ancora un caro saluto
franca
Hei, francuzza, vedo che ti dai da fare...ti trovo anche qui! Sono felice che accogli anche questo post, tranquilla, io capisco, si sì, capisco...Una persona molto in gamba mi ha scritto "bisogna saper riciclare le scorie..." e spero davvero che possa nascere qualcosa di bello e pulito!
Baci
Miriam
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