Si scrive soprattutto per se stessi, si scrive per cercare o dare un senso alle emozioni provate, mentre si scrive si ripercorrono i propri confini mentali e corporei elaborando ricordi ed esperienze del passato e del presente ricchi di frammenti belli, brutti, insignificanti, esaltanti, preziosi o anche superflui.
Mi piace pensare che quando scrivo mi muovo come fa un viandante prima d'intraprendere un viaggio, che cerca nella sua valigia ciò che di volta in volta gli serve per rendere il tutto più sostenibile, senza perdere di vista la meta: il viaggio.
Scrivere è come PARTIRE, è come fare un interminabile e affascinante viaggio dentro la propria esistenza, dove ogni giorno è una nuova tappa che richiede risposte e anche conferme.
Chi scrive fruga nella mente e nella sua memoria emotiva, si può anche andare in cerca di una luce scavando nei fatti e nelle situazioni lontane rimaste inspiegabili, mentre il presente lo si percepisce come un'ombra che accompagna e segna il cammino come una lanterna.
Si scrive pensando di non avere nulla da dire cercando il senso nel contenuto attraverso le parole, le frasi che a volte s'intrecciano e qualche volta si complicano. Spesso si perde il filo, s'interrompe, rallenta. Si scrive e non si dice nulla. Si scrive e si apre un orizzonte. Si scrive e ti vedi allo specchio, non più semplice ma contorta, esigente, seppure felice, moderatamente.
Altre volte si scrivono parole che scorrono fluide e libere come un fiume in piena, ma soprattutto si scrive cercando fantomatiche risposte per sè stessi, per la propria esistenza, altre volte per riempire un vuoto o tentare di colmarlo quando si ha la consapevolezza di ciò.
Si scrive per innamorasi o far innamorare, ma anche per tirare pietre o buttarle fuori quando diventano macigni troppo pesanti e ingombranti.
Si scrive con l'idea che chi legge possa cogliere il senso di ciò che le parole possono , per quanto limitate, raccontare qualcosa o trovare e indurre risposte.
(Sto bene, al di là delle parole, ho trovato alcune risposte).
Mi piace pensare che quando scrivo mi muovo come fa un viandante prima d'intraprendere un viaggio, che cerca nella sua valigia ciò che di volta in volta gli serve per rendere il tutto più sostenibile, senza perdere di vista la meta: il viaggio.
Scrivere è come PARTIRE, è come fare un interminabile e affascinante viaggio dentro la propria esistenza, dove ogni giorno è una nuova tappa che richiede risposte e anche conferme.
Chi scrive fruga nella mente e nella sua memoria emotiva, si può anche andare in cerca di una luce scavando nei fatti e nelle situazioni lontane rimaste inspiegabili, mentre il presente lo si percepisce come un'ombra che accompagna e segna il cammino come una lanterna.
Si scrive pensando di non avere nulla da dire cercando il senso nel contenuto attraverso le parole, le frasi che a volte s'intrecciano e qualche volta si complicano. Spesso si perde il filo, s'interrompe, rallenta. Si scrive e non si dice nulla. Si scrive e si apre un orizzonte. Si scrive e ti vedi allo specchio, non più semplice ma contorta, esigente, seppure felice, moderatamente.
Altre volte si scrivono parole che scorrono fluide e libere come un fiume in piena, ma soprattutto si scrive cercando fantomatiche risposte per sè stessi, per la propria esistenza, altre volte per riempire un vuoto o tentare di colmarlo quando si ha la consapevolezza di ciò.
Si scrive per innamorasi o far innamorare, ma anche per tirare pietre o buttarle fuori quando diventano macigni troppo pesanti e ingombranti.
Si scrive con l'idea che chi legge possa cogliere il senso di ciò che le parole possono , per quanto limitate, raccontare qualcosa o trovare e indurre risposte.
(Sto bene, al di là delle parole, ho trovato alcune risposte).