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Mi avvicino ad un mondo "privilegiato", quello della tastiera che imprime e lascia una seppure futile traccia di me attraverso un pc con pensieri-concetti-sensazioni-emozioni. Nel mio caso c'è da chiedersi se è il tempo che ci cambia o....ma a quanto pare il tempo è "fermo" o almeno è sempre lo stesso, siamo noi che passiamo davanti a questa meravigliosa e sconcertante realtà, siamo noi che camminiamo attraverso il tempo, percorrendo un viaggio avventuroso e ancora siamo noi che decidiamo se cogliere i frutti che ci offre con generosità e ricambiare con gratitudine!
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I commenti sono ovviamente graditi. Per leggerli cliccate sul titolo dell'articolo(post) di vostro interesse. Per scrivere(postare,pubblicare) un commento relativo all'articolo cliccate sulla voce commenti in calce al medesimo. Per un messaggio generico o un saluto al volo firmate il libro degli ospiti (guest book) dove sarete benvenuti.

mercoledì 16 dicembre 2009

Il paese delle pagine ferme

Perdonatemi se propongo un post così lungo, vi propongo la lettura di un bellissimo racconto tratto dal libro: "Il bambino nascosto" , si tratta di un libro di "Favole per capire la psicologia nostra e dei nostri figli", l'Autrice è Alba Marcoli, psicologa clinica di formazione analitica, ha avuto una lunga esperienza sia nel campo dell'insegnamento che nella psicoterapia. Si occupa da anni di disagio minorile e di problemi di famiglia.
Se avrete il tempo di soffermarvi nella (paziente) lettura di questo post, mi piacerebbe attivare con voi una riflessione a tutto campo, penso che il testo sia un valido ponte tra noi e il nostro "Io".
Favola n. 15

Il paese delle pagine ferme

“D'altri diluvi una colomba ascolto.”
G. Ungaretti, Una colomba

C'era una volta, tanto e tanto tempo fa, così tanto che con il calendario degli uomini non si può proprio misurare, un piccolo paese che stava sospeso a mezz'aria, fra la terra e il cielo, come di solito fanno le nuvole quando viaggiano intorno alla terra.

Solo che questo paese, al contrario delle nuvole, era sempre fermo e guardava indifferente la terra che invece gli girava sotto nel suo instancabile viaggio del giorno e della notte intorno a se stessa e del susseguirsi delle stagioni intorno al sole.

Era proprio un paese del tutto particolare, che dal punto di vista del tempo con i ritmi della terra aveva ben poco da spartire.

C'erano un re e una regina, un principino e una principessina, tutti molto contenti di governare, dei sudditi molto contenti di essere governati e così via. Il castello reale stava sospeso un po' più in alto del paese, con una scalinata d'aria che portava dalla piazza principale fino al suo ingresso e con una splendida balaustra riccamente cesellata, fatta anch'essa di aria pregiata non inquinata.

E davanti all'ingresso c'erano sempre quattro guardie in alta uniforme che accoglievano i visitatori.

Il luogo più frequentato di tutto il regno non era però il castello del re, ma la piazza principale dove sorgeva uno strano edificio sospeso anch'esso a mezz'aria come tutte le costruzioni di quel luogo.

Era la biblioteca del paese, anch'essa un po' strana perché non aveva niente a che fare con quelle degli altri paesi di questo mondo, cioè non racchiudeva i libri che erano stati scritti, ma quelli delle vite che si scrivevano in quel momento, in qualsiasi parte di quel mondo che girava di sotto.

C'erano tantissime sale, una per i libri appena iniziati, una per quelli che erano a metà, una per quelli che stavano per finire e così via, tutti regolarmente arrivati dalla Terra con carichi postali che in quel paese funzionavano per davvero.

Ma fra tutte le sale sterminate che si susseguivano in quella biblioteca, la più strana era quella dove stavano i libri che a un certo punto avevano smesso di scorrere e si erano fermati su una pagina che non riuscivano mai a girare.

Era la sala d'attesa per voltare pagina nella vita e i libri che riuscivano a farlo passavano da lì a un'altra sala, quella dove si chiudevano i capitoli, dopodichè erano pronti per essere completati, come tutti i libri che si rispettino, da che mondo è mondo.

Ma da un po' di tempo a questa parte, nell'epoca di cui si parla, succedeva una cosa strana in quella biblioteca ed era che la sala dei libri che attendevano di voltare pagina diventava sempre più piena e affollata e dall'ufficio postale del paese interi carri anche loro fatti d'aria non facevano altro che scaricare i volumi fermi su una pagina che arrivavano dalla Terra.

Il Gran Consiglio dei Vecchi andò dal re di quel paese a discutere del problema.

«Non ce la facciamo più ad andare avanti così, sire» disse un vecchio «e non sappiamo come fare per quelli che arriveranno col prossimo carico postale.»

«Non si possono portare i libri più vecchi nella sala dei capitoli che si chiudono in modo da fare altro spazio?» chiese allora il re che era una persona pratica e di buon senso.

«Ci abbiamo provato, sire, ma non è servito a nulla. I libri vanno avanti, è vero, e i capitoli si chiudono, ma le pagine che vengono voltate restano tutte bianche, non ci troviamo scritto niente, oppure vengono scritte delle cose quotidiane poco importanti e così banali che non hanno niente a che fare con il libro della vita.»

«Ohibò» fece il re grattandosi la zucca, il che era sempre segno di pensieri molto elevati. «Eppure la vita che gli uomini vivono è quella quotidiana, del giorno dopo giorno, non quella delle pagine prima o di quelle dopo. Com'è possibile che se ne dimentichino e la rendano così banale e poco importante?»

«Io ci ho pensato a lungo» rispose allora un altro vecchio «ma non ho trovato la spiegazione giusta. So solo che nei libri che ho letto con cura ho osservato spesso una cosa che si ripete.»

«Che cosa?» chiesero allora gli altri incuriositi.

«Mi sembra» continuò il vecchio «che sia soprattutto in due casi che le pagine dei libri della vita facciano fatica a voltarsi.

Un caso, più raro, è quello in cui su quella pagina è stato scritto qualcosa che piace così tanto oppure che il ricordo fa diventare così bello che poi non si ha il coraggio di voltar pagina per paura di non trovare più scritte cose simili.

Questo però mi sembra meno frequente come caso.

Credo che invece capiti più spesso, quello in cui non si volta pagina perché non piace per niente quello che c'è su quel foglio, come se ci fossero o un vuoto da riempire oppure delle cose già scritte che si vogliono cambiare. Mi pare che sia questo il caso più difficile.»

«Ma quando gli uomini si fermano su una pagina, ne conoscono il motivo?» chiese allora il re che, come spesso succede a quelli abituati a governare, faceva un po' fatica a rinunciare al proprio pensiero per ascoltare quello degli altri.

«Io non credo che lo sappiano, sire, almeno nei pensieri abituali che hanno ogni giorno, però questo non cambia la cosa.»

«Secondo voi» disse allora una vecchia che fino ad allora era sempre stata zitta «perché certi libri riescono a voltar pagina e altri no?»

«Forse perché è più difficile voltar pagina lasciando un vuoto da riempire o delle cose scritte che non piacciono. Soltanto che gli uomini di solito non se ne accorgono perché non dedicano del tempo a rileggere i loro libri. E inoltre, per potersene accorgere, bisognerebbe leggerli con occhi nuovi, non con quelli che uno è abituato a usare da sempre.»

Fu allora che la vecchia ebbe un'idea geniale.

«Proviamo a prendere un qualsiasi libro fermo su una pagina» disse allora «e scendiamo sulla Terra per vedere che cosa succede alla persona che lo sta scrivendo, così forse riusciremo a scoprire come fare.»

Un gruppo di vecchi lanciò allora una monetina per aria, prese un libro a caso, lo aprì e scese sulla Terra per cercare la persona che lo stava scrivendo in quel momento.

E poiché i vecchi erano abituati a vivere sospesi ed erano anche loro fatti d'aria pura e trasparente, quando arrivarono sulla Terra non ci fu nessuna difficoltà e nessun uomo li notò.

Si sparpagliarono e cercarono con cura e a lungo finché un giorno, finalmente, dopo tanta ricerca, incontrarono la persona che stava scrivendo quel libro. Era un ragazzo di poco più di vent'anni che doveva girare una pagina importante nella vita.

«Chissà come è contento,» pensarono allora i vecchi «beato lui che ha vent'anni e tutta una vita davanti!» Ma quando lo guardarono in viso e ascoltarono i suoi pensieri, stupiti e commossi, si resero conto che non era proprio così.

«Chi sono io?» continuava a pensare il ragazzo fra di sé. «Chi me lo sa dire? Sono il bravo ragazzo che ha detto sempre di sì ed è stato per tutta la vita buono e obbediente per sentirsi amato dagli altri? Oppure sono il bambino arrabbiato e triste che non aveva nessuno con cui giocare? O quello che quando la mamma era addolorata, si sentiva impotente a scacciare il suo dispiacere nonostante tutti i suoi sforzi? O il bambino che provava una grande ansia ogni volta che sentiva litigare, così grande che gli sembrava che riempisse tutto il suo piccolo corpo e il suo mondo? O sono il ragazzo ormai grande che non sopporta il minimo contrasto con le persone che contano per lui, senza il cui amore gli sembra di non poter vivere? Oppure sono la voglia che mi sento dentro di rompere io stesso i legami e abbandonare tutti per non essere abbandonato?»

E mentre questi pensieri gli si accavallavano nella mente il suo cuore era come preso dentro una tempesta di emozioni e di venti che soffiavano da direzioni diverse, ed erano così forti che lui doveva congelarli per non farsene travolgere, cosicché il suo viso restava sorridente e impassibile, tranne che per gli occhi che erano tristi e seri.

I vecchi del paese a mezz'aria si guardarono stupiti.

«Finalmente capiamo perché non si riesce a girar pagina!» disse infine uno di loro.

« È quando ci sono ancora troppe cose da vivere in quella precedente. Ha proprio ragione lui, è difficile girar pagina con tutte queste tempeste emotive dentro. Bisogna che si calmino un po', prima.»

E fu così che i vecchi tornarono al loro paese per pensare, ascoltare e ricordare bene le loro stesse tempeste emotive di quando erano giovani, perché avevano tutti provato molta simpatia nei confronti del dolore e della rabbia, della fragilità e della gelosia, della dolcezza e del rancore, della tenerezza e della pena che c'erano nel cuore del ragazzo, anche se da fuori non si vedevano per niente perché erano molto ben nascosti.

E fu pure così che alla fine decisero che la cosa migliore che potessero fare era che uno di loro, quello che era stato più intenerito e meglio capiva il ragazzo in tempesta perché le stesse cose erano successe anche a lui da giovane, scendesse sul mondo per accompagnarlo senza essere visto nel cammino di rileggere con occhi nuovi, ogni notte in sogno, il libro della sua vita fino ad allora, per riuscire finalmente a girar pagina.

E così, notte dopo notte, il vecchio accompagnò il ragazzo nei suoi sogni con l'attenzione, il rispetto e l'amore che gli erano necessari e lui poté cominciare a rileggere con occhi nuovi e con meno paura il proprio libro, che fino ad allora aveva accuratamente evitato per non incontrare di nuovo il dolore di certe pagine.

E i sogni gli insegnarono ad ascoltare le sue emozioni, a riconoscerle e a dar loro un nome, invece di inseguirle sempre negli altri per paura di restarne senza.

E quando il ragazzo le ebbe finalmente riconosciute non si sentì più solo come prima, quando gli sembrava di avere un gran vuoto dentro.

E a poco a poco anche lui imparò a prendersi cura del bambino tenero, dolce, impaurito, spaventato e arrabbiato col mondo che si portava dentro da tanto tempo senza riuscire ad aiutarlo, esattamente come il vecchio si prendeva cura di lui, anche nei momenti in cui rileggevano insieme le pagine più dolorose della sua storia.

E così, giorno dopo giorno, notte dopo notte, stagione dopo stagione, anno dopo anno, anche il ragazzo delle tempeste riuscì a rileggere il proprio libro fino a quel momento, e la cosa fu così naturale che si accorse di aver voltato finalmente pagina solo un giorno, per caso, quando ormai ci aveva già scritto tante cose nuove senza saperlo.

E allora il vecchio del paese a mezz'aria poté finalmente tornare a casa.

Sapeva d'essere stato tanto vicino al ragazzo per tutto quel tempo che ormai era sicuro che gli avrebbe fatto compagnia nel cuore per tutta la vita, soprattutto nei momenti difficili.

E così, quando il Gran Consiglio del Regno di Mezz'Aria si riunì, fu deciso che questo poteva essere un buon modo per aiutare i libri fermi ad andare avanti e i vecchi e le vecchie del paese si sparsero per il mondo ad accompagnare nei loro sogni gli scrittori immobili su una pagina, per aiutarli a rileggere con occhi nuovi le loro storie e andare avanti.

E per ogni libro che riusciva a proseguire c'era una persona in più che in questo mondo aveva sperimentato, come il ragazzo della nostra storia, l'attenzione, l'amore e il rispetto per le ferite del cuore di un bambino, da poterli a sua volta avere con quelli che incontrava sulla sua strada.

E si sa che le cose sperimentate diventano come l'erba di primavera, dopo un filo ne nasce un altro e un altro ancora e tanti fili messi insieme fanno i mari d'erba che ondeggiano nel vento.

Però bisogna che ognuno si prenda cura dei fili che incontra sulla sua strada, perché le ferite del cuore di un bambino non restino dentro a fargli male anche da grande, e perché anche lui possa a sua volta aver cura dei fili d'erba che incontrerà nella sua vita.

30 commenti:

palmy ha detto...

Una bella favola: io e mia figlia l'abbiamo letta insieme.

Sonia Ognibene ha detto...

Un po' mi sono rivista in questa favola. Sono sincera.
Io ho capito, o forse l'amore mi ha insegnato, che dovevo far cessare le tempeste emotive guardando in chiave positiva ciò che di brutto c'era stato nella mia esistenza.
E ho cominciato una nuova vita.
Mi auguro solo che tutti i bambini cresciuti, ma ancora feriti, possano avere come me la forza di scrivere quelle pagine bianche e andare avanti senza le angosce del passato. Senza perdersi.
Sonia

LORELLA ha detto...

Ciao cara Miriam, il tuo racconto e meravigliosamente stupendo!!!! Che emozione da brivido ho provato nel leggerlo!!!!! Anch'io ero come il ragazzo citato, tenevo tutto dentro di me e non riuscivo ad esprimere ciò che sentivo, ma poi un " Angelo" mi ha aiutato ad uscire ed ora sono un'altra persona, come hanno fatto i vecchi del Paese di Mezz'aria...... mi è piaciuto molto, grazie deliziosa amica per tutte queste dolci,tenere, profonde emozioni che susciti nei tuoi post....... buona e serena notte....PS: la mia tesina ha avuto grande successo, ora ho anche l'attestato di fine corso!!!! Ti abbraccio forte forte......bacioni ciao ciao LORELLA......

maffy63 ha detto...

Bello! Proprio bello,pensa che i personaggi d'aiuto mi fanno pensare agli Angeli...
Ci fa pensare,con malinconia ,alle fragilità che ogniuno di noi ha dovuto vivere nella gioventù...per quanto mi riguarda ...anche ora!Grazie Miriam.

calendula ha detto...

ciao Miriam, ho letto il racconto, cè una persona nella mia vita che è come quel ragazzo delle tempeste... cè una maniera per rintracciare l'autrice del libro anche tramite e-mail?
Complimenti per il blog e per il tuo bellissimo nome....ha uno dei significati più belli che io conosca.
A presto calendula

Anonimo ha detto...

che meravigli i disegni che utilizzi nel tuo blog. questo trovo che sia meraviglioso!!!! PER IL RESTO...Bè.. PALLINA CORALLINA

Miriam ha detto...

@palmy
Finalmente trovo una briciola di tempo per rispondere ai più coraggiosi e amanti della lettura come te!
Molto bella l'immagine che mi descrivi: tu e tua figlia mentre insieme leggete la favola che ho proposto, ma ora sono ancora più curiosa di sapere i vostri commenti, le domande che hanno suscitato in voi questa lettura, le immagini che avete visualizzato o fantasticato e ancora di più, cosa ne pensa tua figlia; chissà quale brano vi ha colpito di più e perchè...
Mi piacerebbe condividere maggiormente il vostro momento magico, ma forse è un po' troppo personale quello che chiedo...ma forse tornerai per farmi questo regalino, no?
Un abbraccio doppio!

Miriam ha detto...

@Sonia
Benvenuta nel mio blog, mi fa piacere averti tra le mie blogger lettrici a riflettere e commentare la bellissima favola proposta in questo post.
Trovo molto sincero e sentito il tuo commento, sono pienamente d'accordo con te quando affermi che "l'amore insegna", nessun altro sentimento ci fa vedere e capire che le "tempeste emotive" richiedono importanti svolte e modificazioni evolutive del nostro modo di rapportarci nei confronti della vita, SOLO l'Amore ci permette di "riciclare le scorie" che intossicano e avvelenanola nostra esistenza impoverendola e rendendola buia e priva di entusiasmo.
Da quel momento in poi tutto è diverso, come dici tu...comincia "una vita nuova"!Scrivere, metaforicamente parlando, le pagine rimaste bianche e senza alcuna traccia, diventa la strada per attingere da se stessi la linfa per "crescere" e curare le ferite che schiacciano e opprimono lo sviluppo armonico delle emozioni e del cuore, perdersi mai! In ogni adulto risiede un bambino ferito che lui stesso non conosce...
(P.s. qual'è il passaggio che ti ha catturato maggiormente durante la lettura della favola e se vuoi puoi raccontare il perchè.)
A presto, auguri per la tua vita!

Miriam ha detto...

@Lorella
La favola di Ungaretti è bellissima, hai ragione quando dici che grazie all'aiuto di persone che ti vogliono bene sei riuscita ad esprimere meglio te stessa, anche se il cammino per arrivare ad una consapevolezza più piena diventa per tutti noi il motore per metterci in continua discussione per modificare, adattare, ottimizzare il nostro comportamento e accogliere con delicatezza gli altri e tutto ciò che ci circonda con discrezione, rispettando i tempi di ognuno, facendo qualche volta delle pause e rimanendo in ascolto.
Le emozioni che hai provato sono SOLO frutto della lettura di questa favola, io non ho nessun merito, spero e ti auguro che se ci sono nella tua vita pagine rimaste in bianco o da completare, che tu possa trovare la forza per "scriverle" e specchiarti per vedere meglio te stessa, come un ponte tra te e ciò che ti circonda, per dare la giusta luce ad ogni situazione ed esperienza.
Naturalmente non sono qui per dare insegnamenti a nessuno, tantomeno a te, ognuno è responsabile della sua vita e delle sue scelte, così pure della propria felicità, sempre!
(E tu in quale brano della favola ti sei soffermata di più?)

Miriam ha detto...

@maffy63
Non avevo dubbi, immaginavo che questa favola l'avresti commentata e che ti avrebbe catturata cara zia stirella? I personaggi d'aiuto...ci sarebbe da dire così tanto che domani mattina ci troverebbero ancora qui incollate al blog a scrivere! Mmmmh gli Angeli...penso che i veri angeli sono fatti in carne e ossa, sono quelli che sanno tendere una mano al momento giusto senza troppi "se" e "ma", sono persone che sanno dare un abbraccio vero senza aspettare un tornaconto, a volte basta anche solo una parola o un sorriso!
Spazza via la malinconia, le fragilità sono indispensabili perchè è grazie a loro che "si cresce" e si diventa (un pochino) più forti e consapevoli dei propri limiti ma anche e soprattutto dei propri pregi! La gioventù? Ma se siamo delle splendide e affascinanti ragazzine?
Grazie? e di che cosa? Sbrigati piuttosto a tornare al lavoro, che noia da sola in quella palestra....uffah!

Miriam ha detto...

@calendula
Benvenuta a bordo del mio blog, è un piacere ricevere nuove visite, porta sempre una ventata di allegria e rinnovamento, grazie per i complimenti per il blog, spero continueremo a conoscerci meglio(ma il significato del mio nome?).
Quanto al racconto ti chiedo in modo impertinente, in quale passaggio della fiaba ti sei rispecchiata? e perchè!
Hai provato a far leggere la favola alla "persona" che è presente nella tua vita?
Puoi tentare... magari potete leggerla insieme e rifletterci su.
Per quanto riguarda l'Autrice so che è una persona molo riservata, non so davvero come poterti aiutare per rintracciarla, mi spiace, anche a me piacerebbe conoscerla meglio...
Ciao calendula, ti aspetto per le prossime volte, fammi sapere, se ti va, come si è sviluppata la favola delle "pagine ferme".
Un caro arrivederci, a presto!

Miriam ha detto...

@Anonimo-PALLINA CORALLINA
Ip-Ip URRA', Ip-Ip URRA'!!!! Brindo brindo faccio mille salti di gioia e siiii, ce l'hai fatta carissima Amica Pallina, che bello leggerti tra i miei blogger e non solo nel G. Book!Vedo che il viaggio in America ti ha giovato e aperto la testolina, sei riuscita finalmente, ora puoi mandarmi tutti i commenti che desideri, anzi, mettiti subito al lavoro, non vorrei perderti proprio ora che ci sei! Te l'aspettavi che avrei pubblicato la storia cche ci ha presentato M.?
Sono d'accordissimo con te riguardo al disegno, appena l'ho trovato mi sono detta che era il"vestito" giusto per la favola delle pagine bianche!
Penso che molti di noi hanno tanto mare dentro se stessi che neanche se lo immaginano, bello poter riempire le proprie pagine bianche con tutto il mare che ci portiamo dentro, non trovi?Esattamente come un'onda oceanica per abbracciare e contenere tutto quello che passa davanti a noi, con dolcezza e tanto amore!
Per il resto...ti abbraccio, a quando nuovi dolcetti buoni?

LORELLA ha detto...

Ilm brano in cui mi sono soffermata di più, ed ho letto più di una volta, è quello del ragazzo che non riusciva a voltare la pagina del suo libro, perchè preso da mille tempeste dentrp di sè: anch'io mi sono rispecchiata in quel ragazzo ed ero così, non riusciovo a voltare la pagina del mio libro fino a che le persone che veramente mi vogliono bene ed hanno creduto in me, hanno dato una svolta molto positiva alla mia vita ed ho potuto finalmente voltare pagina.Comunque, leggendo il racconto, ho avuto l'impressione che i vecchi del paese di Mezz'aria altro non sono che Angeli, che scesi sulla terra sono stati accanto alle persone che non riuscivano a voltare pagina, aiutandoli e consigliandoli senza che nessuno li vedesse, ma solo chi aveva bisogno potesse sentire che erano vicino a loro...... Bellissima la favola di Ungaretti...... grazie Miriam, sei deliziosa!!!! Finalmente è venerdì!!!! Buon fina settimana, sereno e luminoso.....bacioni LORELLA

Miriam ha detto...

@LORELLA
Hai ragione, quel passaggio rende la favola molto vibrante e toccante! Ultima cosa...fammi un piccolo copia-incolla delle parole che ti sono rimaste impresse di quel passaggio, come se ti chiedessi la cortesia di leggermele!

LORELLA ha detto...

Chi sono io?» continuava a pensare il ragazzo fra di sé. «Chi me lo sa dire? Sono il bravo ragazzo che ha detto sempre di sì ed è stato per tutta la vita buono e obbediente per sentirsi amato dagli altri? Oppure sono il bambino arrabbiato e triste che non aveva nessuno con cui giocare? O quello che quando la mamma era addolorata, si sentiva impotente a scacciare il suo dispiacere nonostante tutti i suoi sforzi? O il bambino che provava una grande ansia ogni volta che sentiva litigare, così grande che gli sembrava che riempisse tutto il suo piccolo corpo e il suo mondo? O sono il ragazzo ormai grande che non sopporta il minimo contrasto con le persone che contano per lui, senza il cui amore gli sembra di non poter vivere? Oppure sono la voglia che mi sento dentro di rompere io stesso i legami e abbandonare tutti per non essere abbandonato?»

E mentre questi pensieri gli si accavallavano nella mente il suo cuore era come preso dentro una tempesta di emozioni e di venti che soffiavano da direzioni diverse, ed erano così forti che lui doveva congelarli per non farsene travolgere, cosicché il suo viso restava sorridente e impassibile, tranne che per gli occhi tristi e seri. Questo è il passaggio della favola che mi hA EMOZIONATO E COLPITO DI PIU'! CIAO CIAO CARISSIMA MIRIAM.....BACIIIIII

Miriam ha detto...

@LORELLA
Grazie per aver ri-letto quella pagina...Solo tu sai nel tuo cuore il perchè!
Dolce notte!

LORELLA ha detto...

Se vuoi ti dico perchè: mi ha ricordato la mia infanzia di bambina timida ed introversa, che non riusciva ad esprimere le proprie emozioni e pensieri.....sono cresciuta, ma la timidezza è rimasta dentro me per anni, mi sentivo triste, mi attaccavo alle persone quasi come avessi bissogno di un sostegno, di conforto, fino a che ho incontrato un vero "Angelo" che con la sua dolcezza, affetto e per aver creduto in me, mi ha fatto voltare le pagina del mio libro; ora sono una donna nuova, diversa, aperta con tutti, riesco ad esprimere ciò che provo, sto bene con gli altri, sono emancipata e moderna, ed ho anche il Pc, cosa che prima per me era tabù......Di tutto questo, debbo ringraziare soltanto la mia amica del cuore, l'unica che mi mè stata vicino e mi ha capito......come l'Angelo del Paese di Mezz'aria.....Dolce notte anche a te con una miriade di sogni d'oro......ciaoooo bacioni LORELLA......KISS!!!!

Franca ha detto...

una bella favola che fa riflettere...in fondo le favole sono nate per questo!
bello il paragonare la nostra vita ad un libro, i momenti alle pagine....si, a volte è difficile voltare pagina riscrivere, rimettersi in gioco, ci vuole tanta volontà, tanto coraggio, se non si è soli è più facile, ma non sempre si ha qualcuno accanto che ti sostiene.....
grazie per queste pagine da leggere, grazie per i tuoi bellissimi post
bacioni

Miriam ha detto...

@francuzza
Anch'io ho trovato geniale il parogone della nostra vita con le pagine di un libro, che giorno per giorno tracciamo con le nostre esperienze, emozioni e via dicendo...
Condivido pienamente come te che la realizzazione è più lenta e difficile se siamo soli e senza il sostegno da parte di qualcuno che ci ama e capisce!
Emerge anche dagli altri commenti che è l'Amore il vero motore che ci dà la benzina per proseguire nella stesura del "nostro" libro, tutto assume un'altra valenza e ci sentiamo più forti e coraggiosi e ispirati per formulare nuovi pensieri da trascrivere tra le pagine rimaste vergini e bianche.
Ti avrei chiesto quale passo ti ha catturata maggiormente ma vorrei dedicarti quete parole:
"E i sogni gli insegnarono ad ascoltare le sue emozioni, a riconoscerle e a dar loro un nome, invece di inseguirle sempre negli altri per paura di restarne senza", perchè la vera forza la possediamo dentro di noi, sta a noi avere la fiducia di scavare dentro noi stessi, con rinnovata energia e forza, sempre!
CORAGGIO!

Miriam ha detto...

@Lorella
Non ti resta che abbracciare la bambina che vive dentro di te e aiutarla a crescere perchè diventi una donna forte e conspevole di se stessa!
Ciao!

Cinzia ha detto...

Post di grande interesse e riflessione, come tutti i post che con grande piacere passo sempre a leggere!
Un abbraccio
Cinzia

Miriam ha detto...

@Cinzi
Ricambio il tuo abbraccio, mi fa piacere che hai trovato interessante questo post, a presto, ciao!
p.s. hai per caso un indirizzo di posta elettroniica?(il mio lo trovi nel blog, se non ricordo male in passato ci siamo scritte)
A presto!

Vittoria A. ha detto...

Ciao Miriam, ti confesso che mi sono venute le lacrime agli occhi leggendo questa storia. Ti ringrazio tantissimo di averla postata, mi hai fatto un grande regalo, un bellissimo ragalo di Natale. Erano proprio le parole che desiravo sentire e la storia che avevo bisogno di leggere. Grazie cara, ti abbraccio fortissimo e spero che tu stia bene!
Vittoria

LORELLA ha detto...

Ciao Miriam, sono passata per un saluto prima di andare a letto...... grazie ancora per la meravigliosa favola, sai che da quando l'ho letta mi è rimasta dentro, impressa nel mio cuore...... Ti voglio tanto bene carissima Miriam e ti auguro una serena e dolce notte con tan tantissimi sogni dorati. Un bacio grandissimo con un forte abbraccio.... ciao ciao LORELLA.....PS: posso darti la mia mail? dolcezza62@gmail.com......se vuoi puoi scrivermi....ciao ciao baci lorella

Miriam ha detto...

@Vittoria A.
Dato che sei così dolce con me ti dirò come è nata l'idea di pubblicare questa favola! Il fine settimana precedente al post ho frequentato il corso di Danza Movimento Terapia, un affascinante percosro iniziato circa un anno fa, inutile dirti che mi sta accompagnando per conoscere meglio me stessa, i miei limiti e fragilità, ma per fortuna ho scopreto che ho anche qualche pregio...L'insegnante che non è come la tua mitica Magda, a fine lavoro ci propone questa favola, ci consegna dei fogli dove è fotocopiata la storia, c'invita a leggerla a casa per lavorarci l'indomani insieme a lei. Ognuna di noi(eh, si siamo tutte donne e questo non è casuale)dirà poi quale passo è rimasto in noi maggiormente impresso e perchè. Ma quello che fa ridere è che quella sera mi stavo dimenticando del mio compitino,ero un po' stanca, avevo deciso con mia madre di fare la pizza in casa per la gioia dei nostri nipotini nonchè la nostra...tra un passaggio e l'altro avevo letto diverse filastrocche di Natale col mio nipotino di 7 anni(splendido bambino!!!)mentre la sorellina rubava di nascosto pezzetti di mozzarella e wustell...cosìcchè quando sono arrivata al momento di mettere finlmente la testa nel cuscino, ho visto i fogli e mi son detta "Nooooo!"Non sapevo neanche di cosa si trattasse, non ti dico quando ho iniziato a capire la storia, sono rimasta letteralmente folgorata, tanto che l'indomani ho chiesto all'insegnante se fosse stato uno scherzetto...Più volte le ho parlato del mio blog, ma non ha mai avuto il tempo di entrarci per sbirciare, peccato...
Tutto questo poema per dirti che sono io che ringrazio tantissimo te, perchè sei semplice ma allo stesso tempo grande...mi piace da impazzire l'idea che ti ho fatto un regalo, proprio di questi tempi che ogni cosa parla di Natale...
Scusa la lungaggine...ho esagerato troppissimo!(non si dice ma pazienza)
Bacione affettuosissimo e abbi cura di quei fili d'erba!

Sonia Ognibene ha detto...

Questo è il passaggio che mi ha colpito di più:
«Secondo voi» disse allora una vecchia che fino ad allora era sempre stata zitta «perché certi libri riescono a voltar pagina e altri no?»

«Forse perché è più difficile voltar pagina lasciando un vuoto da riempire o delle cose scritte che non piacciono. Soltanto che gli uomini di solito non se ne accorgono perché non dedicano del tempo a rileggere i loro libri. E inoltre, per potersene accorgere, bisognerebbe leggerli con occhi nuovi, non con quelli che uno è abituato a usare da sempre.»

Cara Miriam, vedo ancora troppa gente che non riesce a voltare pagina e a leggere le pagine passate con occhi nuovi.
A presto.
Sonia

Miriam ha detto...

@LORELLA
Sono contenta che questa favola ti sta accompagnando...Ti ringrazio per la mail, ma penso che avrai capito che a malapena porto avanti il blog e cercando a fatica frammenti di tempo per rispondere ai vostri commenti di ognuno in tempo reale,scusami ma non credo di riuscire a trovare anltro tempo per scrivere mail personali.
Buona giornata, ciao!

Miriam ha detto...

@Sonia Ognibene
Ti ringrazio cara Sonia per aver accolto l'invito a tornare! In effetti penso che ogni parte della favola è trainante e coinvolgente, il passo che citi ha colpito particolarmente anche me soprattutto la prima parte, si va avanti per abitudine, quasi mai si fa qualche passo indietro e si torna a sfogliare le pagine già scritte e vissute e quando capita che si è fatto questo processo, poveri noi...gli occhi sono quelli di sempre...il punto di vista e le opinioni rimangono imbrigliate nei preconcetti e nell'orgoglio, come fossero piccoli insetti intrappolati in una ragnatela mortale.
Nel mio piccolo mi piace far scorrere le pagine del mio blog già scritte precedentemente, quasi sempre mi scopro lievemente diversa, quasi sempre catturo tra le parole pensate e scritte, un lato nuovo che talvolta mi sorprende e m'interroga...
Senza andare lontano faccio un piccolo esame di coscienza, eh sì, che fatica voltare pagina su tante cose...ma qui il discorso diventa ancora più complicato!
Un caro saluto e buon pomeriggio!

palmy ha detto...

Leggere con mia figlia e leggere ad lata voce a mia figlia è un'abitudine che ho preso da tempo. Sono momenti in cui condividiamo un libro ma soprattutto ci confrontiamo, costruendo un linguaggio comune, al di là di quello quotidiano del "metti la sciarpa" e "posa le calze al loro posto". Nel mio blog una volta ho scritto un post su questo (se vuoi lo trovi sotto l'etichetta Laboratorio di lettura e si intitola Leggimi forte).
Leggere questa favola è stato molto interessante, perché per mia figlia (che ha 8 anni) tante cose che per me erano dolorosamente chiare per lei non lo erano affatto. Lei per esempio ha colto l'aiuto che le persone sagge possono dare ai più piccoli. Io ho riflettuto sulle mie pagine ferme...

Miriam ha detto...

@palmy
Grazie mille anche a te per essere passata per condividere ancora una volta le emozioni che questa favola ha suscitato!
Trovo molto magico, si penso sia il termine più giusto, "leggere a voce alta" con un figlio brani di libri e favole(io lo faccio col mio nipotino di 7 anni), di sicuro tua figlia te ne sarà grata per sempre, sono gesti ed esperienze che non si cancellano mai, ma che come gemme preziose crescono nel tempo e portano ottimi frutti!
Sono pienamente d'accordo con te che il linguaggio e la comunicazione tra il mondo degli adulti e quello dei bambini, va oltre il semplice dare indicazioni e insegnamenti di tipo comportamentale.
Leggimi forte è straordinario, sembra quasi il titolo di un libro, per caso sei anche tu come altre mie care blogger una scrittrice? Di sicuro leggerò con molto interesse l'etichetta "Laboratorio di lettura", anche perchè nel mio lavoro spesso mi trovo a dover improvvisare situazioni per suscitare un interesse ad ascoltare una storia ma anche creare un incentivo alla lettura.
Capisco perfettamente quello che mi confidi nei confronti dello stato d'animo della tua bimba di 8 anni, beata fancillezza...Quanto al tuo stato d'animo penso che tutti dovremo avere l'umiltà di riflettere sulle nostre pagine rimaste ferme....
Un caro saluto e una dolce buonanotte a entrambe!

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