Anche questo è arrivato, il mio ultimo giorno di ferie estive, saluto l'estate 2009 con tutto il suo bagaglio di situazioni familiari, soprattutto spiacevoli e a cui non ero veramente preparata e non ho saputo fronteggiare se non allontanandomi e prendendo le giuste distanze. Ho ritenuto mettere in atto un "Trattamento d'urto", andare in esilio nella mia casetta al mare in solitudine anche se in realtà avevo la compagnia di mia madre e di Dylan che ormai tutti conoscete o quasi. Già la solitudine...ho scoperto il grande fascino e la grande compagnia della solitudine, chi l'avrebbe detto? Proprio io che non amo stare sola, ma al contrario mi piace circondarmi di persone, rumori, colori...e invece ho scoperto che tutte queste cose risiedono soprattutto nella solitudine e io semplicemente non riuscivo a riconoscerne i segni eclatanti, temendo il suo linguaggio, quello del silenzio...
Faccio ancora una volta un bilancio, di questi giorni strani avvolti come dentro una nube di qualcosa d'irreale, di gran lunga lontani dal mio solito modo di concepire questo tempo di "vacanze," nessun viaggio, nessun evento straordinario eppure rimpiango questo tempo perchè sta finendo...anche se voglio dimenticare la causa che ha generato il tutto!
Ho staccato col pc dal momento che non avevo la connessione, col cellulare...ho dimenticato in città il caricatore, la tv ha bisticciato con la parabola...nessuna radio o lettore cd... Anche Dylan era più tranquillo e meno ipercinetico...
Unico sfizio un libro di piccole dimensioni, di sicuro non uno di quelli che ho visto tra le mani di qualcuno in spiaggia che sembrava un volume della Treccani invece di un normale libro da viaggio o da spiaggia!
Si tratta appunto di "Chi va piano" di Bruno Contigiani, ricordate vi ho già parlato di lui a proposito della giornata della lentezza...
Naturalmente ho preso senza rendermi conto, alla lettera i suoi concetti, non ho finito di leggere il suo libro e sono arrivata solo alla trentesima pagina, una vera pacchia leggere senza stress e per puro piacere, leggere pagine che dicono qualcosa di bello e concreto e non aria fritta!
Tutto questo fiume di parole per sottolineare un passo che ho tenuto a mente a pag.24 l'autore dice facendo riferimento ad una sua esperienza dolorosa:
"...ma da quel dolore, a cui non ero arrivato assolutamente impreparato, ho imparato molto. Ho imparato soprattutto a non avere paura. A non avere paura dei cambiamenti(sempre in agguato), della solitudine, del silenzio, dei vuoti, degli abbandoni, (che possono capitare), degli anni che passano e della morte. E ho imparato ad avere fiducia. Perchè la vita e il buon dio (chiunque esso sia) sono generosi. Basta avere tempo di rendersene conto."
I cambiamenti sono quelli che più di ogni cosa spiazzano e talvolta destabilizzano il nostro vivere e invece arriva un momento che abbracci questa opportunità perchè ti fa scoprire nuove sensazioni e nuove potenzialtà che pensavi di non possedere, crescere e maturare nuovi pensieri e nuove strategie di vita.
Ma bisogna andare piano, molto piano...e ti accorgi che il vento ha ripreso con riconoscenza a soffiare sulla tua vita e lentamente riconduce quella tua barca stanca verso nuovi orizzonti!
Faccio ancora una volta un bilancio, di questi giorni strani avvolti come dentro una nube di qualcosa d'irreale, di gran lunga lontani dal mio solito modo di concepire questo tempo di "vacanze," nessun viaggio, nessun evento straordinario eppure rimpiango questo tempo perchè sta finendo...anche se voglio dimenticare la causa che ha generato il tutto!
Ho staccato col pc dal momento che non avevo la connessione, col cellulare...ho dimenticato in città il caricatore, la tv ha bisticciato con la parabola...nessuna radio o lettore cd... Anche Dylan era più tranquillo e meno ipercinetico...
Unico sfizio un libro di piccole dimensioni, di sicuro non uno di quelli che ho visto tra le mani di qualcuno in spiaggia che sembrava un volume della Treccani invece di un normale libro da viaggio o da spiaggia!
Si tratta appunto di "Chi va piano" di Bruno Contigiani, ricordate vi ho già parlato di lui a proposito della giornata della lentezza...
Naturalmente ho preso senza rendermi conto, alla lettera i suoi concetti, non ho finito di leggere il suo libro e sono arrivata solo alla trentesima pagina, una vera pacchia leggere senza stress e per puro piacere, leggere pagine che dicono qualcosa di bello e concreto e non aria fritta!
Tutto questo fiume di parole per sottolineare un passo che ho tenuto a mente a pag.24 l'autore dice facendo riferimento ad una sua esperienza dolorosa:
"...ma da quel dolore, a cui non ero arrivato assolutamente impreparato, ho imparato molto. Ho imparato soprattutto a non avere paura. A non avere paura dei cambiamenti(sempre in agguato), della solitudine, del silenzio, dei vuoti, degli abbandoni, (che possono capitare), degli anni che passano e della morte. E ho imparato ad avere fiducia. Perchè la vita e il buon dio (chiunque esso sia) sono generosi. Basta avere tempo di rendersene conto."
I cambiamenti sono quelli che più di ogni cosa spiazzano e talvolta destabilizzano il nostro vivere e invece arriva un momento che abbracci questa opportunità perchè ti fa scoprire nuove sensazioni e nuove potenzialtà che pensavi di non possedere, crescere e maturare nuovi pensieri e nuove strategie di vita.
Ma bisogna andare piano, molto piano...e ti accorgi che il vento ha ripreso con riconoscenza a soffiare sulla tua vita e lentamente riconduce quella tua barca stanca verso nuovi orizzonti!